Crisi libica: il ruolo dell’Egitto per una soluzione politica

di Marwa Mohammed – – Mentre continuano gli sforzi internazionali ed arabi per risolvere la crisi libica, l’Egitto sta intensificando il suo coinvolgimento in tali sforzi ospitando colloqui che di volta in volta riuniscono le parti in questa crisi su un tavolo. In questo contesto, esperti specializzati nel dossier libico ritengono che la mediazione egiziana in Libia è la più capace di raggiungere la riconciliazione nazionale e il ruolo egiziano non va ignorato.

L’Egitto gioca un ruolo importante per spingere verso una soluzione politica alla crisi che la Libia sta attraversando da anni, attraverso mosse per arrivare a una soluzione alla soffocante crisi politica che la Libia soffre alla luce della divisione delle istituzioni, dove il Cairo affronta positivamente i tre tracce emanati dalla conferenza di Berlino sulla crisi libica.

In precedenza, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, durante il suo incontro con la Ministra degli Esteri spagnola Arancha González Laya, alla presenza del ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, ha confermato che l’obiettivo principale in Libia è ripristinare la stabilità e la sicurezza attraverso il percorso politico e gli esiti della Conferenza di Berlino e della Dichiarazione del Cairo, che portano alle elezioni.

Al-Sisi ha anche affermato al primo ministro britannico Boris Johnson la ferma posizione strategica dell’Egitto nei confronti della crisi libica, che mira a ripristinare la stabilità e la sicurezza, e l’invito di tutte le parti libiche a un’interazione positiva e costruttiva nei vari binari emanati dalla conferenza di Berlino e dalla Dichiarazione del Cairo per raggiungere le elezioni presidenziali e parlamentari, il che inaugurerà l’inizio di una nuova fase per il popolo libico verso il raggiungimento della pace e della stabilità, il ripristino dello Stato e la fine del caos dei gruppi terroristici.

Radwan Al-Fitouri, analista politico libico, ha affermato che l’iniziativa egiziana ha riassunto tutte le iniziative precedenti, spiegando che si tratta di un’iniziativa che comprende tutte le richieste del popolo libico, ma non ha ricevuto il supporto logistico internazionale richiesto nonostante l’accoglienza internazionale.

Nel mese di giugno, Al-Sisi ha annunciato durante una conferenza stampa al palazzo presidenziale del Cairo, con il generale Khalifa Haftar, comandante dell’Esercito nazionale libico (LNA), e Aguila Saleh, il Presidente del Parlamento libico di Tobruk, un’iniziativa libico-libica per risolvere la crisi chiamata “Dichiarazione del Cairo”, che include il rispetto di tutte le iniziative e decisioni internazionali sull’unità della Libia, sottolineando che la soluzione politica è l’unica per risolvere la crisi libica.

La dichiarazione includeva un appello a tutte le parti libiche al cessate il fuoco e sottolineava l’importanza dei risultati della Conferenza di Berlino su una soluzione politica in Libia, un impegno per una dichiarazione costituzionale libica, confermando che la comunità internazionale deve espellere i mercenari stranieri da tutte le terre libiche.

L’iniziativa prevede anche lo smantellamento delle milizie e la consegna delle armi, in quanto mira a garantire un’equa rappresentanza delle regioni libiche in un consiglio presidenziale eletto dal popolo.

Inoltre, l’iniziativa comprende il completamento dei lavori della Commissione militare congiunta (Jmc 5+5) sotto l’egida delle Nazioni Unite e che comprende cinque funzionari militari di ciascuna delle parti in conflitto.

“il ruolo dell’Egitto nell’ospitare tutte le recenti mosse politiche, compresa la discussione sulla costituzione, non va dimenticato” ha aggiunto Al-Fitouri, descrivendo l’Egitto come “una diga impenetrabile” contro le ambizioni dei Fratelli Musulmani.

L’analista libico ha confermato che l’Egitto è fermo nella sua posizione: Sirte e Al-Jufra sono una linea rossa, dicendo che questo si considera come la garanzia dell’Egitto per la stabilità della Libia.

Dall’11 al 13 ottobre si è tenuta al Cairo una sessione di incontri di tre giorni tra diverse fazioni libiche per dare il via ai negoziati per la stesura di una nuova Costituzione, dove hanno partecipato una delegazione della Camera dei rappresentanti, e membri dell’Alto Consiglio di Stato, sotto gli auspici delle Nazioni Unite.

Poi, i rappresentanti del Parlamento libico e del Consiglio di Stato hanno concordato al Cairo sulla necessità di terminare la fase di transizione e avviare gli accordi della fase permanente. Anche le due parti libiche hanno mostrato grande flessibilità nel dialogo e hanno convenuto di proseguire i colloqui. Le due delegazioni hanno espresso anche il desiderio di tenere un secondo turno in Egitto per completare le discussioni costruttive sulle disposizioni costituzionali.

Stephanie Williams, la rappresentante speciale ad interim del segretario generale Onu in Libia, ha elogiato gli sforzi del governo egiziano nell’ospitare la riunione del percorso costituzionale sulla Libia, aggiungendo che l’incontro si inserisce nel quadro dei continui sforzi degli Stati membri, tra cui ll’Egitto per spingere la strada politica e raggiungere la stabilità nei territori libici.

Il 28 settembre, la città egiziana di Hurghada ha ospitato un incontro tra i leader militari dell’Esercito nazionale libico e quelli delle forze del Governo di accordo nazionale libico (Gna) per discutere la creazione di un unico esercito e la rimozione di tutti i gruppi mercenari nel paese.

Da parte sua, il giornalista egiziano Khaled Mahmoud, specializzato in affari libici, ha affermato che la mediazione egiziana in Libia è la più capace di raggiungere la riconciliazione nazionale, ma ciò rimane dipendente dalla volontà della Turchia di ritirarsi dalla scena militare e ritirare tutti i mercenari ad essa fedeli che li hanno portati a combattere a fianco delle forze del governo di Tripoli.

Mahmoud ha affermato che senza smantellare le milizie armate che hanno dominato il processo decisionale politico, economico e militare in Libia e ora controllano le entrate petrolifere e godono di influenza e ricchezza, qualsiasi tentativo di raggiungere una soluzione politica è destinato al fallimento.

Da ricordare anche che il Cairo ha svolto un ruolo fondamentale nell’ospitare riunioni per unificare l’istituzione militare libico nel 2017 e nel 2018, oltre ad organizzare una conferenza che è la più grande per le tribù libiche, con l’obiettivo di preservare l’unità e la sovranità dello Stato libico e spingere verso una soluzione politica.

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