Trento: cagnolino pignorato e messo all’asta

Prezzo di cento euro e rilanci possibili di cinquanta. Questi sono i termini della vendita all’asta che inizierà lunedì 19 ottobre a Trento. Oggetto dell’asta però non è un’autovettura, un televisore o un’immobile, bensì un cagnolino di due mesi e mezzo, per di più bisognoso di cure visto alcuni problemi di salute a un occhio.

«Si tratta di una disposizione assolutamente non condivisibile sul piano etico in quanto non tiene conto del benessere dell’animale, già sfortunato, e del suo diritto a una seconda possibilità per una vita felice in una nuova famiglia – dichiara Simone Stefani responsabile della sede di Trento e Vice Presidente Lav (Lega AntiVivisezione) -. Gli animali, come noi, hanno una vita relazionale ed emotiva, non sono oggetti che possono venire espropriati o messi all’asta, senza curarsi della loro salute psichica e affettiva. Lo sanno bene tutti gli italiani che complessivamente accolgono nelle loro case 7 milioni di cani e 7,5 milioni di gatti ai quali si sommano circa 46 milioni di altri animali fra roditori, uccelli e pesci. Una massa critica di cittadini sempre più sensibile nei confronti degli animali»

Questo caso, come spiegano da Lav, mette in luce anche che «la vendita degli animali all’asta è una procedura obsoleta che rischia addirittura di rimettere gli animali in mano agli stessi maltrattatori, o a loro conoscenti, qualora risultassero vincitori dell’asta in questione, così consentendo il protrarsi di situazioni pregiudizievoli nei loro confronti».

La finalità sottesa alla normativa attuale a tutela degli animali ex legge 189 del 2004, che ha introdotto nell’ordinamento italiano il reato di «maltrattamento di animali» previsto dall’art. 544-ter del codice penale, è, infatti, quella di assicurare una tutela generalizzata degli animali in quanto esseri senzienti in grado provare dolore e sofferenza. «Pertanto – rimarca Lav -, i principi di tutela sanciti da questa stessa disciplina devono assolutamente permeare anche tutti i successivi atti giudiziari ad essa inerenti».

«È dunque sempre più stringente la necessità di valorizzare il riconoscimento nel Codice civile degli animali quali esseri senzienti come noi di Lav chiediamo da anni con specifiche proposte di Legge». Per questi motivi la sede trentina della Lav, appena appresa la notizia, ha scritto al Tribunale di Trento, chiedendo immediatamente lo stop all’asta.

«Abbiamo chiesto al Tribunale anche l’affido diretto dell’animale – conclude Stefani – in modo da poterci occupare da subito della sua salute e poter iniziare il corretto iter necessario a garantirgli un futuro felice in famiglia, a partire dalla scelta attenta e ponderata dell’adottante fino alle successive verifiche affinché l’inserimento in famiglia avvenga nel migliore dei modi».“

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