Nagorno-Karabakh, lettera aperta degli Armeni italiani a Mattarella

Al Presidente della Repubblica
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
A Ministro degli Affari Esteri
Al Presidente della Commissione Esteri del Senato
Al Presidente della Commissione Esteri della Camera

Di fronte alla gravitĂ  della situazione che si è creata in questi giorni in Armenia e nel Nagorno-Karabakh, gli armenisti italiani hanno scritto una dichiarazione che proponiamo alla Vostra attenzione nella convinzione che l’Italia possa contribuire attivamente alla cessazione delle ostilitĂ  e alla costruzione di una pace duratura nella regione.

Lettera aperta di studiosi della cultura armena sulla situazione del Nagorno-Karabakh

Come studiosi della cultura armena ma anche come cittadini italiani ed europei, non possiamo non esprimere la nostra profonda preoccupazione di fronte alla situazione creatasi in questi giorni nel Nagorno-Karabakh, aggravata dalla circolazione di notizie non sempre obiettive. Condanniamo fermamente l’aggressione militare iniziata il 27 settembre dall’Azerbaigian con il sostegno della Turchia, erede diretta dello stato che un secolo fa ha compiuto, senza mai riconoscerlo, un genocidio ai danni della popolazione armena. Il coinvolgimento della Turchia a fianco dell’Azerbaigian mette in serio pericolo la sicurezza dell’intera regione e la stessa esistenza fisica degli armeni, tanto nel Nagorno-Karabakh quanto nella repubblica d’Armenia. Riteniamo che la popolazione armena del Nagorno-Karabakh debba poter decidere liberamente il proprio futuro e che la questione dello status di questa regione debba essere risolta per via diplomatica e non con l’uso delle armi.

Chiediamo pertanto alla comunitĂ  internazionale – a partire dal nostro paese – in primo luogo di intervenire immediatamente sull’Azerbaigian e la Turchia perchĂ© mettano fine alle attivitĂ  militari, quindi di impegnarsi in favore della ripresa delle trattative diplomatiche in vista di una pace definitiva nella regione.

Maria Lucia Aliffi, UniversitĂ  degli Studi di Palermo

Federico Alpi, UniversitĂ  di Modena e Reggio Emilia/ FSCIRE, Bologna

Antonia Arslan, UniversitĂ  di Padova

Marco Bais, Pontificio Istituto Orientale

Emilio Bonfiglio, Dumbarton Oaks, Washington DC

Don Matteo Crimella, FacoltĂ  Teologica dell’Italia Settentrionale – Milano

Aldo Ferrari, Università Ca’ Foscari, Venezia

Emiliano B. Fiori, Università Ca’ Foscari, Venezia

Giorgio Gianighian, UniversitĂ  e-Campus

Sona Haroutyunian, Università Ca’ Foscari, Venezia

Vasco La Salvia, UniversitĂ  di Chieti

Paolo Lucca, Università Ca’ Foscari, Venezia

Paola Mildonian, Università Ca’ Foscari, Venezia

Moreno Morani, Veneranda Accademia Ambrosiana

Alessandro Orengo, UniversitĂ  di Pisa

Stephanie Pambakian, University of St Andrews

Don Riccardo Pane, Accademia Ambrosiana

Zara Pogossian, UniversitĂ  di Firenze

Elisa Pruno, UniversitĂ  di Firenze

Stefano Riccioni, Università Ca’ Foscari, Venezia

Marco Ruffilli, Université de Genève

Andrea Scala, UniversitĂ  degli Studi di Milano

Sara Scarpellini, Université de Genève

Giancarlo Schirru, Università di Napoli «L’Orientale»

Anna Sirinian, Alma Mater Studiorum – UniversitĂ  di Bologna

Baykar Sivazliyan, UniversitĂ  Statale di Milano

Beatrice Spampinato, Università Ca’ Foscari, Venezia

Gioacchino Strano, UniversitĂ  della Calabria

Irene Tinti, Université de Genève

Rachele Zanone, UniversitĂ  degli Studi Roma Tre