“Amo la mia città , sono stata consigliera comunale per vent’anni. Sto valutando se partecipare alle primarie, che auspico si tengano. Sosterrò chiunque le vincerà . Le primarie servono a dare vita a una coalizione larga che vada oltre i partiti, aperta alle esperienze civiche: si deve sempre passare per il consenso. Vale per Monica, Zevi, Caudo”. Lo dice, intervistata da ‘Il Tempo’ Monica Cirinnà , senatrice del Pd, uno dei nomi della rosa Pd per la candidatura a sindaco di Roma.
“La questione – osserva – non è la sfida cattolici contro laici. Penso di poter rappresentare un’area trasversale, dentro e fuori il Pd, che si occupa di diritti civili e sociali, che sono un tutt’uno. E’ un diritto avere la città pulita come avere un congedo parentale. Su questo credenti e non credenti trovano il terreno per un impegno comune, lasciando insieme un segno nel tempo che vivono”.
In merito all’ipotesi di accordi con i 5 Stelle riferisce: “Lavoro con i 5Stelle al Senato da tempo. Avevamo posizioni lontane, c’è stata una loro evoluzione su tanti temi. Su Roma il discorso però è diverso: la crisi della città è sotto gli occhi di tutti, causata dal no perenne, a partire dalle Olimpiadi. Per vincere, non dobbiamo solo sottolineare le grandi mancanze di questa sindaca, ma concentrarci in positivo per recuperare le romane e i romani che, delusi da destra e sinistra, hanno creduto alle promesse dei 5Stelle. E’ un errore pensare che chi va al ballottaggio si possa accordare con chi ne è rimasto escluso. A Roma c’è un 40 per cento di indecisi e delusi, anche elettori grillini. E a quell’elettorato che dobbiamo parlare, non all’establishment”.
Secondo Cirinnà per far ripartire Roma servono: “Manutenzione: pulizia, cura del verde, illuminazione pubblica, buon funzionamento del trasporto urbano, con grande attenzione alle aree più fragili. Lavoro: che vuol dire rilanciare ogni possibilità di occupazione per i romani e creare le condizioni per far rimanere i laureati a Roma”. “Vuol dire – spiega – transizione ecologica, ricerca, servizi di qualità , commercio, turismo, una città attrattiva: non il disastro Raggi che ha fatto scappare tutte le grandi aziende, anche multinazionali. “Visione”: Roma deve riprendersi il suo ruolo in Italia e nel mondo”.
“Per questo – conclude – propongo a tutti i candidati di firmare da subito una “pax romana”: anche chi perderà le elezioni dovrà fare un leale gioco di squadra per chiedere a Governo e Parlamento la piena attuazione della riforma dell’ordinamento di Roma Capitale, soprattutto per quel che riguarda la consistenza dei fondi destinati Roma”. ADNKRONOS



