“Vidi Mussolini appeso. No, nessuna pietà”

Una caduta che le è costata la rottura di otto costole e che ora l’ha costretta alla sedia a rotelle: a causa di quell’episodio di tre anni fa Franca Valeri non può alzarsi più.

La lucidità non le manca, ma le parole devono essere “filtrate” una a una per essere del tutto comprese. Al collo porta sempre una piccola stella di David, un regalo portatole da Gerusalemme da parte di Stefania Bonfadelli (la sua figlia adottiva). Nel colloquio rilasciato al Corriere della Sera ha raccontato quello che ritiene sia stato il momento più brutto della sua vita: “Papà era ebreo. Ricordo quando lesse sul giornale la notizia delle leggi razziali e pianse“. Lei preparò l’esame da casa, da privatista. Andò al Parini e provò a dare l’esame al Manzoni sperando che non se ne accorgessero: “Non se ne accorsero. L’Italia è sempre stata un po’ inefficiente“.

L’attrice ha fatto sapere di essersi recata personalmente a piazzale Loreto per guardare i cadaveri di Benito Mussolini e di Claretta Petacci appesi a testa in giù: “Mia mamma era disperata a sapermi in giro da sola. In quei giorni a Milano si sparava ancora per strada. Ma io volevo vedere se il Duce era davvero morto. E vuol sapere se ho provato pietà? No. Nessuna pietà“. A suo giudizio adesso è comodo giudicare a distanza, visto che si tratta di sofferenze vissute in prima persona: “Bisogna averle vissute, le cose“. […]

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