Bibbiano, altri quattro bambini tornano a casa

di Costanza Tosi – Anni di sofferenze, battaglie e ingiustizie che hanno distrutto intere famiglie e rovinato gli anni più belli della propria vita a decine di bambini. A Bibbiano i servizi sociali avrebbero tolto i bambini ai propri genitori naturali, con accuse mai confermate e pretesti infondati. Ora, anche gli ultimi piccoli rimasti lontani dalla propria famiglia, stanno per rientrare nelle proprie case. Un calvario durato anni il loro, che forse adesso vedrà la parola fine.

Gli ultimi quattro bambini le cui storie sono state riportate nelle oltre duecento pagine dell’inchiesta “Angeli e Demoni” hanno iniziato il percorso per rientrare a casa. Adesso porteranno a termine i necessari incontri protetti e poi potranno finalmente riprendere la loro vita accompagnati dall’affetto del loro papà e della loro mamma.

Tra loro anche Katia. La sua storia era una delle più crude tra quelle raccontate dalla procura. La bambina era stata affidata, sotto consiglio di Federica Anghinolfi, a capo dei servizi sociali della Val D’enza, ad una coppia di donne omosessuali. Nelle carte, le intercettazioni delle due donne trascritte dai carabinieri e già riportate da noi de IlGiornale.it a pochi giorni dallo scoppio dell’inchiesta, furono uno dei passi più strazianti. Un giorno la piccola venne scaraventata fuori dall’auto di una delle due donne. Si tratta di Daniela Bedogni, compagna di Fadia Bassmaji nonchè amica e ex fidanzata proprio di Anghinolfi. Tutte molto attive all’interno del mondo per i diritti Lgbt.

La donna lasciò la minore sotto la pioggia, in strada. Tra urla di rabbia e parole da far accapponare la pelle. “Porca puttana vai da sola a piedi… Porca puttana scendi! Scendi! Non ti voglio più! Io non ti voglio più scendi! Scendi!”. Sbraitava la madre affidataria. La bambina nel tragitto non riusciva ad accusare il padre di abusi nei suoi confronti. Katia non riusciva a dire una bugia. Quelle violenze infatti non sono mai state provate, eppure per qualcuno la bambina avrebbe dovuto confessarle. Di forza. E solo perchè questo avrebbe fatto sì che la piccina non tornasse più a casa e rimanesse ostaggio delle due donne. La minore dopo le denunce è stata subito allontanata dalla coppia e adesso, come ha raccontato il giornalista della Rai Luca Ponzi, potrà ritornare finalmente a casa.

A tornare a casa sarà anche un altro tra i bambini del bibbianese. La sua è una storia tanto assurda quanto dolorosa. Gli assistenti sociali lo pressarono per fargli confessare di aver subito abusi dai suoi genitori. Volevano che dicesse che i suoi genitori avevano masturbato sia lui che i suoi fratelli. Queste accuse non furono mai provate e l’incubo, questo bambino, non lo visse a casa sua, ma nella famiglia affidataria alla quale venne dato proprio dagli stessi servizi sociali della Val d’Enza. Fu a casa dei “nuovi genitori” che il piccolo venne abusato. Stuprato da un ragazzo di 17 anni, affidato alla stessa famiglia. Una vicenda assurda e che lascerà un trauma nel bambino per tutta la vita. Ma che, non ha toccato minimamente uno degli indagati. Francesco Monopoli, collega di Federica Anghinolfi infatti, dopo essere venuto a conoscenza della tragedia diede la colpa proprio al piccolo abusato. “Chissà che segnali avrà mandato a questo ragazzo perché fosse predabile”. Con queste parole l’assistente sociale sostenne che il bambino avesse fatto intendere all’adolescente di essere disponibile dal punto di vista sessuale e che questo avrebbe fatto fare il primo passo al ragazzo. Un po’ come dire alle donne stuprate che è colpa della minigonna.

É con queste storie che resta impossibile non gridare all’evidenza della gravità dei fatti di Bibbiano. Eccole qui le vittime del sistema. Sono queste piccole creature che per tutta la vita dovranno portarsi dietro il peso delle ingiustizie che hanno subite che lasceranno per sempre una ferita profonda nelle loro anime. Ma il popolo dei garantisti, della sinistra liberale, chiede le scuse per il sindaco Carletti. Che solo per essere tornato un uomo libero dopo la revoca da parte del pm dell’obbligo di dimora è stato dichiarato vittima del sistema. In realtà ancora oggi il sindaco dem dovrà provare, in aula di tribunale, di non aver favorito tutti coloro che hanno fatto carte false (nel vero senza della parola) per strappare questi bambini dalle proprie famiglie, di non aver aiutato le menti di questo sistema illecito, senza mettersi dalla parte delle vittime. Quelle vere.

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