CasaPound: aspettiamo le scuse di chi credeva di danzare sul cadavere del leone

Dopo sei anni di processo che ha visto 35 tra militanti e simpatizzanti di Casapound accusati di associazione sovversiva e banda armata, la Seconda Corte di Assise di Napoli decreta la loro assoluzione perché il fatto non sussiste e per non aver commesso i fatti”. Lo comunica in una nota Gianluca Iannone, presidente di CasaPound Italia.

“Dopo aver costruito un improbabile teorema per il quale un movimento politico che si candidava alle elezioni tentava di sovvertirle con la forza delle armi (mai prodotte in giudizio), il pubblico ministero aveva chiesto pene detentive che andavano da uno a otto anni – prosegue Iannone – Fortunatamente il teorema è stato smontato dalla pervicacia degli avvocati, impegnati per anni a sottolineare l’assenza assoluta di prove a sostegno, e da un collegio giudicante che ha saputo ricondurre i fatti a quelli che erano: un permanente clima di scontro causato dai sedicenti antagonisti, che negli anni che vanno dal 2011 al 2014 si sono resi colpevoli di decine di attacchi e attentati a Casapound”.

Attendiamo, senza aspettarcele, le scuse di tutti coloro che non hanno perso tempo per iniziare la danza su quello che credevano fosse il cadavere del leone, da Anpi a Pd, da Libera a Possibile, da Federconsumatori a Legambiente e che non hanno esitato a mettere da parte il presunto garantismo per chiedere lo scioglimento di Casapound. Attendiamo, senza aspettarcele, le scuse delle istituzioni, non tanto al movimento, quanto piuttosto ai contribuenti, per aver dilapidato milioni di euro in una indagine durata due anni – occasionalmente conclusasi con arresti a ridosso delle elezioni del 2013 – e costruita su pedinamenti, intercettazioni ambientali, telefoniche e tutto l’apparato che in genere si riserva alle grandi organizzazioni criminali. Attendiamo, senza aspettarceli, i titoli su tutti i telegiornali di mezza sera, dato che, sei anni fa, non ce ne fu uno a riservare la prima pagina ad altri fatti. Tutto questo e molto altro attendiamo – conclude Iannone -, ma oggi ci limiteremo a brindare ai nostri fratelli, che nonostante gli anni vissuti con questa pesante scure pronta ad abbattersi sulle loro teste e sul movimento intero, non hanno mai smesso di essere uomini liberi”

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