Bisignani: tra Copasir, Di Maio e Zingaretti “Visconte dimezzato”

Sono tempi duri per Giuseppe Conte al timone di una nave che sta per affondare. Cinque Stelle e Pd, se tutto va bene, sono più difficili e distanti della precedente alleanza tra grillini e leghisti. Questo il premier lo sa bene, tanto da pensare di abbandonare gli ingombranti giallo-rossi. “Giuseppi ha un diavolo per capello – scrive Luigi Bisignani sulle colonne del Tempo – e sta riflettendo se gli convenga andare avanti a governare o gettare la spugna, con la speranza di diventare una riserva della Repubblica. Ha capito, anche dai sondaggi in caduta libera, che nel governo giallo -rosso non è scattata l’alchimia con i ministri chiave”.

Inutile dire che tra Copasir, Di Maio e Zingaretti, le sue ore di sonno diminuiscono sempre di più. Se poi ci si mette pure la manovra economica è la fine. “L’Economia è diventata un vero e proprio dramma – prosegue Bisignani -. Conte si è esposto personalmente per la cancellazione delle commissioni sui pagamenti elettronici con le banche, che invece lo hanno costretto a sborsare fondi pubblici aumentando, anziché tagliare, i loro guadagni”.

Non solo, perché il presidente del Consiglio si è assunto anche le responsabilità delle discussioni con i manager delle aziende, a cui voleva tassare le auto, e con i proprietari di case per l’aumento delle aliquote. Insomma, se prima si lamentava di avere poca voce in capitolo, ora ne ha anche troppa.

“Il pensiero di Conte va a Italo Calvino. Il Visconte dimezzato, il Barone rampante o il Cavaliere inesistente? – si domanda il giornalista -. O forse tutti e tre insieme, giacché il Premier, si sa, non è mai stato un personaggio monodimensionale. Forse se si ferma un po’, per tornare dai suoi studenti o per qualche conferenza in giro per il mondo, fa un favore a se stesso e agli italiani. Chissà che proprio Mattarella non glielo chieda presto. Al Quirinale hanno ben chiaro quando chiamare il rien ne va plus”.  liberoquotidiano.it

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