Isis, voleva morire per Allah. Ora Alice Brignoli vuole tornare in Italia

Se riuscisse a rientrare in Italia sarebbe una “ritornata”, ovvero una dei tanti adepti dello Stato islamico pronta a rimpatriare dalla Siria. Perché adesso, Alice Brignoli, la 42enne che nel febbraio 2015 era partita da Bulciago, in provincia di Lecco, per unirsi ai miliziani degli uomini di Abu Bakr al-Baghdadi, in Italia ci vuole tornare con i suoi quattro figli. Secondo quanto riportato da Il Giorno, la donna si troverebbe in un campo profughi al nord della Siria, al confine con la Turchia, gestito dagli operatori della Mezzaluna rossa.

(Alice Brignoli, italiana convertita all’Islam, e Mohamed Koraichi, 31enne marocchino, vivevano in una casa popolare e ricevevano 1000 euro di sussidio al mese, E’ un particolare riportato nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip di Milano Manuela Cannavale e di cui la coppia figura tra i sei destinatari. Per organizzare il viaggio in macchina in Siria, attraverso la Bulgaria e la Turchia, la coppia risulta aver chiesto un finanziamento in banca di 7 mila euro.ndr

Da Lecco fino alla Siria “Dicevano che erano pronti a morire in nome di Allah”. E’ il Fatto Quotidiano a raccontare la storia . Fabienne Schirru, la madre di Alice: “Dicevano che la Siria era la loro ‘terra promessa’, che capivano chi combatteva nel nome di Allah, che anche loro erano pronti a morire. Sono due pazzi furiosi: non sono convertiti all’Islam, ma all’Isis.)

La “famiglia” Isis – – Nel campo, insieme a lei, ci sarebbero anche i suoi quattro bambini: S’Ad di 7 anni, Ossama di 9, Ismail di 11 e un ultimo nato, un bimbo molto piccolo di cui non si conoscono identità, età e padre. Di Mohamed Koraichi, il marito 31enne di origini marocchine con cui lei era scappata in Siria, non ci sono più tracce da tempo e sono in molti a essere convinti sia morto in combattimento o a causa di qualche raid aereo.

La richiesta d’aiuto – In base a quanto riportato dal quotidiano lombardo, la donna vrebbe chiesto aiuto e di poter tornare a casa con i suoi bambini. Il suo appello lo avrebbe affidato ai volontari di un’organizzazione non governativa italiana impegnati nel campo profughi dove è confinata la donna, insieme a molte altre mogli di Daesh e ai tanti figli portati (o nati) in Siria. Sarebbero stati proprio i volontari, a cui lei ha raccontato la sua storia e a cui lei avrebbe rivelato la sua vera identità, ad avvisare la madre della donna, Fabienne Schirru, che abita ancora a Inverigo, nel Lecchese. La donna sarebbe stata la prima ad aver denunciato la sparizione della figlia, del genero e dei nipotini e avrebbe avvertito le forze dell’ordine di una possibile radicalizzazione di Brignoli e del marito.

Una situazione complessa – – Si stanno occupando del caso un legale di fiducia nominato dalla famiglia, i funzionari della Farnesina e alcuni agenti dell’intelligence del Viminale. Come prima cosa, occorre che la donna e i suoi figli vengano identificati con certezza, perché è probabile che qualcuno sfrutti il nome e la storia, spacciandosi per loro, per arrivare in Italia. Inoltre, Alice Brignoli è una ricercata su cui pende un mandato di cattura internazionale: al suo arrivo, infatti, dovrebbe essere arrestata.

con fonte  www.ilgiornale.it

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