Bambino affidato al padre che non lo cura, denunciati Servizi Sociali

LIVORNO -. Un conflitto tra genitori in sede di separazione, un bambino conteso, un tribunale che lo strappa alla madre perché sarebbe un genitore “alienante”, che attraverso un “lavaggio del cervello” avrebbe convinto il bimbo che il padre è una pessima persona. Accade a Pisa, dove il piccolo è stato quindi affidato al papà oggi residente a Livorno e seguito dai competenti Servizi sociali. «Però, guarda caso, dopo pochi mesi, il bambino si rifiuta di vedere la madre, la etichetta come cattiva» spiega l’avvocato Francesco Miraglia, cui la donna si è rivolta. «Ma allora chi è davvero il genitore alienante? Perché se contro la madre si è invocata la Sindrome da alienazione genitoriale, allontanando quindi il figlio da lei, per il padre non si adotta il medesimo provvedimento, nonostante sia sotto gli occhi di tutti che il bambino venga manipolato? La Sindrome da genitore alienante (Pas) o c’è o non c’è, non può mica sbucare fuori solo quando ai Servizi sociali fa comodo».

Ma cosa assai più grave è che il bambino, a parte il lavaggio del cervello che subisce dal padre, è peggiorato dal punto di vista del linguaggio e dell’equilibrio psicologico: pur affidato ai Servizi sociali di Livorno, questi non si sono mai preoccupati di obbligare il padre a prendersi adeguatamente cura di lui. Anzi, nel ricorso alla Corte di Appello di Firenze, cui la madre si è rivolta, hanno presentato una relazione nella quale dichiarano che la donna si sarebbe opposta alle cure del piccolo, disdicendo persino delle visite sollecitate e autorizzate da lei stessa; la quale, prove alla mano, ha smentito clamorosamente di essersi mai opposta. Tutt’altro.

Il piccolo avrebbe bisogno inoltre di un trattamento logopedico per risolvere dei disturbi al linguaggio, ma il padre finora non ha mai fatto iniziare le terapie, nella totale indifferenza dei Servizi sociali, che mai si sono interessati ad obbligarlo a provvedere. «Però, a detta loro, la mamma sarebbe un soggetto da cui tenere lontano il bambino» prosegue l’avvocato Miraglia, «limitando i loro incontri a visite protette due volte al mese, mentre il padre sarebbe il genitore adeguato al suo sostentamento fisico e psichico. E’ chiara la parzialità, oltre che l’inefficienza, dei Servizi sociali di Livorno, che pertanto abbiamo provveduto a denunciare per abuso d’ufficio e false dichiarazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria, viste la relazione totalmente mendace presentata alla Corte d’Appello di Firenze.

E’ chiaro e acclarato, come sostengo da anni, che non esiste solo Bibbiano, ma esistono tantissimi casi, sparsi in tutta Italia, nei quali i Servizi sociali avallano comportamenti assurdi e inconcepibili, contrari al benessere dei bambini, che dovrebbe essere invece l’unico scopo che muove le loro azioni. Chiediamo quindi di intervenire con estrema urgenza, prima che la salute fisica e psicologica di questo bambino venga compromessa seriamente e con danni difficilmente recuperabili».

Avv. Francesco Miraglia

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