Appello al sovranismo più rigorosamente populista

di Ornella Mariani

Cominciò col clima di intrighi e veleni dei primi anni ’90, quando le suggestioni del Popolo Italiano si investirono su Antonio di Pietro cui non bastarono fama e potere per dirozzare l’uso della lingua italiana.
Fu allora che tracotanza e protagonismo si risolsero, attraverso l’operazione “Mani Pulite”, in un regolamento di conti teso a sostituire un discutibile Regime col manettarismo alimentato dal sospetto; dalla delazione e dalla contrapposizione giusti a raffinare ma non a rimuovere le tecniche dello strapotere e della corruttela dei Palazzi e ad instaurare una Giustizia a due velocità, in grado di stravolgere gli equilibri fra Paese Reale e Paese legale.

Il De Profundis cantato alla Prima Repubblica, in definitiva, consistette di una ridistribuzione delle competenze che premiò, con la complicità degli Inquilini del Quirinale, il “Più forte” in danno del “Più debole” fino allo svuotamento del senso del voto e fino alla instaurazione di Governi tecnici non eletti, ma mirati ad alimentare rivalsa sociale e ad affondare il Paese, già vittima di una drammatica crisi demografica, in quella esposizione debitoria da capogiro stimolante l’emigrazione dei nostri Giovani e l’immigrazione di Soggetti impunibili e impuniti.

E’ questa l’Italia voluta da un’Europa che, con la strisciante rielaborazione di un quarto Reich, ci ha imposto il ruolo di Servi della Comunità internazionale collocandoci fra le realtà statuali da tenere per la gola; da ricattare e da amministrare a vantaggio degli interessi dell’Alta Finanza.

E’ questa l’Italia voluta da un’Europa che, Regista di Politiche interne e Politiche estere, ha promosso miseria; degrado; disordine e disorientamento utilizzando Idioti prestati alla fagocitazione e all’annientamento dei valori identitari, fino all’esproprio anche del diritto alla professione di Fede.

E’ questa l’Italia che l’Europa ha ridotto alla fame, dopo aver ammesso Bulgaria; Romania; Cechia; Croazia; Estonia; Lettonia; Lituania; Polonia; Slovacchia; Slovenia e Ungheria, in omaggio alla scelta pianificata dagli Obamiani e dalle Sinistre, e prima di realizzare l’artificiosa e aberrante accoglienza della Turchia, peraltro non candidabile in quanto territorialmente estranea al Continente.

E’ questa l’Italia voluta da un’Europa che, amica dei Criminali internazionali, pretende di rendere compatibile gli 89mila euro di Pil pro capite del Lussemburgo con, per esempio, gli 11mila della Romania ponendo Paesi Pezzenti sotto il giogo definitivo dei Potenti, come confermato dalle deliranti dichiarazioni di Henry Kissinger a supporto di un nuovo Ordine Mondiale nel quale “moriranno in molti, ma saranno felici i sopravvissuti”.

E’, dunque, prevedibile la direzione di marcia del destino del nostro Paese che, vocato a periferia dell’area criminale africana, ha consentito alla Sinistra l’adozione del modulo della “Tattica di agitazione” del marxista Saul Alinsky: non a caso, il 4 novembre del 2007 l’ineffabile Giorgio Napolitano, cui con visibile deferenza si rivolge il Premier Conte, dichiarò “… Ci si richiede… un concreto impegno per garantire la pace anche al di fuori dei confini della stessa Europa, per contribuire alla creazione di un nuovo ordine mondiale…” esigente complicità interne.

Rispetto ad esse, un isolato ed impotente Matteo Salvini è ostaggio di un Fascismo istituzionalizzato a sinistra e di una Comare di Provincia come di Maio, la cui bassezza; la cui squallida invidia; la cui arrogante slealtà evocano una Guapparia da avanspettacolo.

Il copione, che ne fa un ridicolo Dilettante catapultato dal banco delle bibite alle sale dell’Alta Finanza, lo rappresenta nel duplice ruolo di Becchino della Legalità e di nuovo Profeta della Repubblica di Mattarella e degli Europeisti, in una sistematica esibizione di ignoranza supportata da Ignoranti; in un sistematico abuso della credulità popolare, con le sue soluzioni assistenzialistiche da Terzo Mondo; in un sistematico e proditorio ostracismo all’Alleato di Governo, attraverso la ferma opposizione ad ogni opera pubblica o ad ogni libera impresa o ad ogni tentativo di attenuazione della vorace oppressione fiscale; in una sistematica rivelazione della mancanza di idee e di principi; in un sistematico servilismo prono a quell’affarismo internazionale che alimenta i Centri sociali ed il più lercio estremismo rosso.
Egli è il nuovo braccio armato dei Migranti, del Vaticano e di quei segmenti giudiziari ai quali, elogiando le recenti iniziative della Procura di Agrigento, si è rivolto Armando Spataro con parole sconcertanti: “… Stringiamoci attorno a loro, se necessario scendiamo in piazza in loro onore…

E’ lo stesso Spataro che, a suo tempo, dichiarò: … C’è una “tendenza” di alcuni magistrati a “proporsi come moralizzatori della società (…) I magistrati hanno i loro vizi, e potrei farne una lista infinita. Per molti di loro sembra più importante fare uscire sul giornale una notizia con il loro nome. Sembra anzi che questa sia la centralità del suo lavoro. Ed è sbagliato…”.

E’ lo stesso Spataro che, appoggiando la sfida di un Magistrato ad un Ministro della Repubblica, conferma la nostra definitiva condizione di orfanità rispetto a Falcone e Borsellino e l’animosità di una Sinistra professante odio quando è sconfitta e/o quando percepisce la superiorità elettorale dell’Avversario.

In questo contesto, valga l’appello al sovranismo più rigorosamente populista…

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