Bimbo morto per circoncisione? Un’altra scusa per accuse di “discriminazione”

“La circoncisione non è nei Lea, per questo viene eseguita fuori dai presidi sanitari. Una discriminazione che non trova ragione, perché basata su distinzioni religiose”.

A sottolinearlo all’Adnkronos Salute è il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, Filippo Anelli, che dopo la morte di uno dei due gemellini nigeriani sottoposti a circoncisione rituale in un centro di accoglienza ARCI, a Monterotondo, lancia un appello per l’inserimento della procedura nei Lea.

“Ogni cittadino – ricorda Anelli – è uguale davanti alla salute in Italia, e secondo l’art. 3 della Costituzione non può essere discriminato per motivi religiosi. Anche noi ci associamo all’appello lanciato da Foad Aodi e dall’Ordine di Roma alla ministra della Salute Giulia Grillo – conclude – perché metta in atto ogni strumento per evitare le discriminazioni su base religiosa”. L’inserimento di questa pratica nei Lea toglierebbe spazio a ‘praticoni’ e sedicenti operatori a tutela della salute dei piccoli pazienti. (AdnKronos Salute)

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