Boss della mafia nigeriana: “Prego che la tratta dalla Libia non finisca”

“Prego perchè la tratta dalla Libia non finisca”: da Perugia salta fuori il business “barconi” della Mafia Nigeriana. Perugia  – 13 luglio 2018 – L’organizzazione criminale è formata da nigeriani che attendono a Perugia l’arrivo della merce uman ed è  preoccupatissima, come emerge dalle intercettazioni, per due aspetti in particolare. Le condizioni del mare (che potrebbe provocare naufragi e quindi addio alle ragazze-merci) e le condizioni politiche (che la rotta dalla Libia non venga interrotta, come si sta facendo, a torto e a ragione in questi giorni con i ministri Salvini e Toninelli in accordo con il Premier Conte).

Alcuni passaggi delle intercettazioni dell’inchiesta dalla mobile pubblicate: “Ho cinque donne che devono arrivare: prego perchè la tratta dalla Libia non finisca“. L’altro passaggio: “Se arrivano sane e salve….”. Si prega per salvare il business che sta anche all’interno dei barconi, dove ripeto c’è che tanta gente che fugge legittimamente e che deve essere salvata, accolta e integrata.

Prima il salvataggio in mare e il trasferimento in natanti delle organizzazioni non governative, come racconta la ragazza ex prostituta nigeriana: “All’arrivo in Italia inizialmente sono rimasta all’interno di un centro accoglienza di Lampedusa. Ma poi sono riuscita a fuggire” e poi l’organizzazzione ha pensato a tutto per farle raggiungere Perugia che non conosceva.

La merce umana, una volta arrivata a Perugia, si trasformava in bellissime e malinconiche schiave del sesso a 30 euro in macchina e 50 a casa. Tantissime ragazze di notte lungo le strade di Pian di Massiano in cerca di clienti e di riscatto. Eh già, perchè per diventare libere devono pagare una somma che aumenta con gli interessi giorno dopo giorno, oltre che a pagare gli appartamenti messi a disposizione, i permessi umanitari fittizi e la percentuale sui rapporti sessuali consumati. E chi si ribella e chi paga poco? Ecco entrare le altre donne dell’organizzazione le “maman”: riti voodoo contro loro e le famiglie lontane, violenze fisiche e punizioni come dormire sul terrazzo in pieno in inverno. Lavora così la Mafia Nigeriana, a Perugia come altrove. E’ la dimostrazione che su quei barconi c’è tanto di buono ma anche oscuri business sulla pelle umana che vanno interrotti subito. E qui la politica, rossi e neri, non c’enta niente. E’un discorso di sicurezza per l’Italia e per queste giovani donne.

Profughi, richiedenti asilo erano i pusher, una ventina, fermati e arrestati sempre dalla Mobile di Perugia che erano tornati ad vendere in serie dosi di droga. Anche loro, soprattutto i più giovani, erano in mano alla mafia nigeriani. Reclutati, indirizzati e formati per l’altra attività che rende molto a questi mafiosi nel perugino: le sostanze stupefacenti. Anche questi giovani schiavi del bisogno e di un futuro che da clandestini e difficile da conquistare.

Leggi la prima parte QUI >>>  – –   www.perugiatoday.it

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