Pamela, orrori e torture sul cellulare dei nigeriani

Spuntano nuovi, inquietanti dettagli dalle indagini sull’omicidio di Pamela Mastropietro: foto di ragazzi che vengono torturati, un passato in un’organizzazione criminale in Nigeria chiamata «Rogged», animali tagliati con l’uso di guanti e lattice. Questo emerge dall’analisi dei telefonini di Awelima Lucky e dalle intercettazioni delle conversazioni di questo col suo compagno di cella, Lucky Desmond, indagati insieme a Innocent Oseghale per omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere.

Lo scrive www.ilrestodelcarlino.it

Personalità che il procuratore Giovanni Giorgio definisce quantomeno inquietanti, non lineari e che destano preoccupazione. Su Desmond e Awelima, «abbiamo indagato con esperti di medicina legale, informatica, attività classiche – spiega il procuratore Giovanni Giorgio –. Dall’esame dei telefonini di Awelima, l’esperto informatico ha tirato fuori delle documentazione che era in posizione «cache», cioè era stata cancellata. Sono emerse due fotografie certamente allarmanti, sicuramente scattate da Awelima, come ci dice il nostro esperto. In una delle foto si nota in primo piano un giovane nero che viene sottoposto a tortura, con lingua tagliata in modo evidente, in una seconda foto si vede un altro giovane steso a terra, anche lui sottoposto a tortura. In un’altra ancora su un bilancino c’è una busta con palline di eroina. La foto col bilancino è stata oggetto di specifica contestazione con conseguente richiesta di misura cautelare».

Per quanto riguarda le modalità specifiche con cui operano a Macerata i nigeriani, che si infilano in bocca le dosi, palline termosaldate, che ingoiano al momento opportuno per sfuggire ai controlli, anche Desmond ha riferito al suo compagno di cella Awelima di un caso in cui, fermato dai carabinieri, ha ingerito sul momento le dosi di eroina che aveva in bocca sottraendosi all’esito positivo del controllo e successivamente le ha recuperate. «Altri le tengono in bocca – aggiunge Giorgio –, un modo di operare studiato appositamente per sottrarsi alle indagini».

Sono stati verificati in modo meticoloso tutti i contatti telefonici tra ciascuno degli indagati nella giornata in cui si è verificato l’omicidio del 30 gennaio e nelle giornate precedenti. È emersa così una serie di ragazzi, che si sono riforniti di hashish o eroina dai tre soggetti, che dalle indagini risultano collegati tra loro.

Oseghale aveva un ruolo primario nella distribuzione dello stupefacente. Su di lui è stata svolta anche un’indagine patrimoniale: «Da quando è venuto in Italia – fa notare Giorgio –, non ha mai svolto un’attività lavorativa, pagava regolarmente il canone in un appartamento che non è certo una catapecchia e ha inviato sui 20mila euro nel corso degli anni in Nigeria, credo ai suoi parenti. Quindi l’attività di spaccio era apparentemente per lui redditizia. Awelima e Desmond svolgevano un ruolo gregario. E Desmond si è lasciato andare ad alcune considerazioni evidenziando che quanto accaduto a danno della povera Pamela era una cosa di poco conto, «cose da bambini», e nell’ambito sempre di questa conversazione ha sottolineato che in Nigeria faceva parte di un gruppo di criminalità organizzata locale cosiddetta Rogged. Abbiamo preso atto di quanto detto da Desmond, «a quanto pare là in Nigeria facevano cose ben peggiori, e che da quando sono venuti qui in Italia si sono un po’ calmati».

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