Ius soli, Feltri: “Non abbiamo l’obbligo di ubbidire a Bergoglio”

di Vittorio Feltri

Caro Gianluigi, capisco i tuoi malumori nei confronti della Chiesa, che mette il becco negli affari italiani. E comprendo la tua irritazione verso il Pd, il quale, ove si tratti di far passare lo “ius soli”, si aggrappa volentieri alle sottane dei preti, mentre nel caso del cosiddetto “fine vita” o del “testamento biologico” fa orecchie da mercante e nulla chiede ai monsignori, nemmeno un minimo di laica comprensione. Il problema è il solito: i politici sono accattoni, si piegano al vento senza vergogna. Personalmente sono contrario allo “ius soli”.

Propenderei per lo “ius primae noctis”, molto più divertente se applicato a mio e anche tuo vantaggio, conoscendo le inclinazioni maschili. Mi rendo però conto che sarà difficile ottenerlo sia pure in forma blanda. Pazienza. La democrazia troppo spesso rende infelici. In tutta franchezza devo invece dirti di non essere d’ accordo con la tua posizione sul Vaticano e i suoi uomini più rappresentativi, per esempio il Papa. Essi hanno il pieno diritto di diffondere le proprie convinzioni su qualsiasi tema, compreso quello relativo all’ immigrazione. Suppongono sia giusto concedere la cittadinanza ai figli (nati in Italia) di migranti, aderendo alla linea della sinistra? Perché impedire loro di avere questa folle idea?
Chiunque è abilitato a diffondere opinioni seppure contrastanti con le tue e mie. Il clero è favorevole all’ accoglienza dei profughi?

Affari suoi. Io sono contrario, ma non per questo impedisco ad altri di pensarla diversamente da me.
Insomma. La Chiesa è autorizzata a manifestare i suoi orientamenti, compresi i più balzani, e nessuno può permettersi di zittirla. È altrettanto ovvio che noi cittadini non credenti siamo padroni di non ascoltarne gli insegnamenti.
In termini più crudi, il Pontefice predica che sia opportuno aprire le frontiere e regalare agli stranieri la patente di italiani? Liberissimo lui di gridarlo urbi et orbi e noi liberissimi di non dargli retta.
Ecco il punto. Non abbiamo l’ obbligo di ubbidire a Bergoglio se non ci garba di farlo e siamo autorizzati ad agire di testa nostra. Più chiari di così non si può essere. Se il Pd viceversa decide di sposare le tesi del Santo Padre per convenienza o opportunismo, pazienza. Non è una novità che i progressisti sono figli di buona donna e agiscono a scopi elettoralistici. Anche ciò è legittimo benché disgustoso. In sintesi non è la parola di Francesco che mi scoccia, ma chi acriticamente la beve per qualche voto in più. Non ce l’ ho con i parroci, che fanno il proprio mestiere. Mi domando perché ci siano persone del Partito democratico che pendono dalle loro labbra.

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