Pd, conti in rosso: al Nazareno tutti in cassa integrazione per un anno

Da oggi tutti i dipendenti del Nazareno sono in cassa integrazione. La misura riguarda il 100 per 100 del personale, che è composto non solo da impiegati ma anche da giornalisti, e durerà un anno. Una decisione che rientra nel piano di razionalizzazione messo in atto per via dei conti in rosso dei dem e che è già sul tavolo di trattiva con i sindacati da alcuni mesi. Tuttavia c’è malumore tra i dipendenti che sostengono di aver saputo nel giro di 48 ore, con una lettera, che sarebbero andati in cassa integrazione, mentre speravano ancora soluzioni alternative.

“Mentre Renzi parlava della bellissima estate nella enews, a noi arrivavano le lettere con la notizia, a sorpresa, che saremmo andati in cassa integrazione due giorni dopo”, è l’accusa di alcuni dipendenti. Una versione dei fatti che viene respinta dal tesoriere Pd, Francesco Bonifazi. “Questa è una follia storica”. Bonifazi riassume così all’Adnkronos la vicenda: “Ai primi di agosto siamo andati di fronte ai sindacati. C’erano Cisl, Cgil e Stampa Romana. Abbiamo esposto il nostro piano e tutti i sindacati lo hanno sostanzialmente avallato. Ci eravamo lasciati con l’impegno di rivederci il 28 agosto per presentare le percentuali di cassa integrazione, perchè noi speravamo di accedere agli ammortizzatori sociali il prima possibile. Il 28 l’incontro c’è stato e le parti sociali hanno nuovamente approvato il nostro piano”. Un piano che prevede percentuali diverse nella cassa integrazione.

Secondo i dipendenti ci sarebbero state delle diseguaglianze nella quota di cassa integrazione. Insomma, il sospetto, qualcuno è stato favorito? “Assolutamente no -ribatte Bonifazi- nessun favoritismo tra chi è più o meno vicino… il trattamento è stato paritario e lo è stato così tanto che abbiamo ricevuto i complimenti per la nostra equità visto che anche la stessa capo del personale, che sedeva al tavolo della trattativa, è coinvolta dalla cassa integrazione come tutti gli altri dipendenti”.

“C’è una parte della rappresentanza interna -aggiunge il tesoriere Pd- che si lamenta perchè chiedeva di sedere al tavolo della trattativa ma non può starci per legge. Io ovviamente ho informato tutti, ma i dettagli della trattativa li ho dovuti regolare con i tavoli previsti dalla legge. Quindi dire che è stata una mossa inaspettata, è del tutto pretestuoso”.  (AdnKronos)

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