Il Comune di Ancona ha avviato un progetto di affido familiare che si pone l’obiettivo di integrare, dare una speranza a bambini e ragazzi in fuga dal loro Paese ma capace, al tempo stesso, di contenere i costi sociali di quella che è un’emergenza internazionale. Le famiglie disponibili all’affidamento, è stato detto durante la serata, riceveranno un rimborso mensile di circa 512 euro. Una spesa di gran lunga inferiore per il Comune rispetto agli attuali 80/100 euro giornalieri per mantenere un minore in una struttura dedicata. «In teoria l’accoglienza dovrebbe essere a carico dello Stato – ha spiegato l’assessore – ma al momento non ci sono centri pronti e quindi è tutto sopra le spalle dei Comuni. Per lanciare l’affido familiare abbiamo in mente un ciclo di incontri con i cittadini nei vari quartieri e una campagna promozionale mirata. La serata qui al Soroptimist può essere considerata la nostra prima uscita».
Qualche affido è stato già fatto. Famiglie, debitamente formate dagli uffici comunali dei Servizi Sociali, hanno accolto in casa un minore. Al momento della stessa nazionalità . Anche le Marche, insomma, fanno la loro parte. In Regione si contano 3784 migranti, il 3% a livello nazionale. I minori sono 203. Quelli presi in carico dal capoluogo dorico («Che fa parte dello Sprar dal 2004» ricorda la Capogrossi) sono per la maggior parte adolescenti: ben 87 tra i 16 e i 19 anni, in prevalenza maschi. «Di fronte a una tragedia così immane – ha concluso l’assessore – è doveroso capire cosa possiamo fare e cercare di farlo. È l’unico sistema? Al momento, sì. Noi lo riteniamo giusto e ne siamo orgogliosi». Soddisfatta la presidente del Club, Antonietta Daniele. «Con l’assessore Capogrossi abbiamo una collaborazione che va avanti da tempo – ha detto – e quella di stasera è stata una relazione molto interessante. Accogliere richiede un cambio di mentalità per interfacciarsi con altre persone, altre culturale e un grosso coinvolgimento di tutti i soggetti, pubblici e privati».
