“5.314 rapinatori tornati liberi nel giro di un anno, incentivo a delinquere”

“Non è accettabile che in un Paese di diritto, quale dovrebbe essere l’Italia, chi si macchia di un reato grave come la rapina, che prevede una reclusione da tre a dieci anni, non faccia nemmeno un giorno di carcere oppure, nella maggioranza dei casi, faccia appena un anno in prigione”.

Lo afferma Roberto Calderoli, Vice Presidente del Senato e Responsabile Organizzazione e Territorio della Lega Nord, prendendo spunto dall’omicidio per rapina del barista di Budrio di cui è sospettato un ex militare russo già ricercato per altri colpi.

Nel 2015 su 10.203 persone arrestate con l’accusa di rapina – ricorda Calderoli citando i dati forniti dal Dipartimento Amministrazione Penitenziaria – ben 3.573 sono state scarcerate per proscioglimento o decorrenza dei termini, mentre altri 1.741 sono stati messi in affidamento ai servizi sociali oppure messi ai domiciliari, pertanto 5.314 rapinatori nel giro di un anno sono tornati liberi. Stessa storia nel 2016 dove, su 10.139 arrestati per rapina, ne sono stati scarcerati ben 2.196 e altri 1.823 sono ai domiciliari o in affidamento ai servizi sociali“.

Secondo Calderoli questi numeri sono la riprova di come in Italia non ci sia alcuna certezza della pena: “Ma c’è solo la certezza, per chi delinque aggredendo la proprietà altrui e mettendo in grave pericolo la vita e l’incolumità altrui, di non rischiare praticamente nulla“.

Secondo Calderoli Questo lassismo è quasi un incentivo a delinquere mentre dallo Stato dovrebbe arrivare un messaggio opposto, ovvero un aumento delle pene ed un azzeramento degli sconti e delle scorciatoie per fare da deterrente a chi vuole delinquere. Questi dati sanciscono che chi ha voluto, e votato, gli svuota-carceri ha fatto un regalo ai criminali, come quelli che hanno colpito con efferatezza e ferocia negli ultimi giorni”.

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