Banche italiane: 200 miliardi di sofferenze e 185 di “incagli”

 

La chiarezza dei piani dell’Ineletto e dei suoi sostenitori occulti è sempre più lampante. Fai quello che ti pare ma lascia il sistema bancario così com’è, così se salti tu abbiamo la scusa per inviare la Trojka e affossare definitivamente il Paese dei coglionazzi (epiteto di fantozziana memoria).

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Infatti mentre il “bomba a orologeria” spara le sue abituali bestialità (“Renzi: c’e’ tensione ma il sistema bancario è solido” Agenzia Giornalistica Italia – 20 gen 2016,) la realtà dei fatti evidenzia che oltre alle sofferenze da 200 miliardi di euro nel Paese (perché alla fine chi paga sono i cittadini) ci sono la bellezza di 185 miliardi di euro dei cosiddetti “incagli” di cui le banche, e soprattutto la stampa di regime, non parlano (sempre per quanto detto nell’incipit, oltre che per non far saltar per aria tutto prima del tempo).
Che detti “incagli” esistano lo certifica un rapporto riservato della Bce a cui si aggiunge il fatto che con la legge sul “bail in”, ora che a pagare sono chiamati gli azionisti, gli obbligazionisti e i correntisti con depositi oltre i 100mila euro, è facile prevedere come costoro, a seconda dell’avanzamento delle inchieste in atto, siano pronti a ritirare i propri depositi in quello che tecnicamente si chiama panic selling o “panico finanziario” che spesso innesca il cosiddetto bank run ovvero la corsa al ritiro di ogni euro da parte di tutti i correntisti, quindi quanto di peggio possa affrontare un sistema economico.

Se l’ineletto non viene rimosso all’istante (a plescindele dai cinesi che votano i suoi candidati, senza sapere pelché salvo che pel sghei) la crisi che ancora permane s’incrudirà come nemmeno in Grecia è stato e ci andranno di mezzo TUTTI, piddini compresi salvo che, per una ragione o per l’altra non facciano parte del regime e soprattutto comodo all’Ineletto. Se non volete che si avveri questo scenario (non è una profezia è una realtà possibile, anzi, molto probabile) alle amministrative andate a votare compatti contro i candidati del ducetto, poi fatelo per chi vi pare, ma andateci, e ricordatevi che qui le parole in gioco sono “libertà, democrazia e Italia” contro “servitù, regime e banche”

Stefano Davidson

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