https://youtu.be/-VJyKRwQHHM
QUESTA NON Ă LA MIA VITA
di Giampaolo Rossi
Questo video, girato nel centro di Hannover nellâOttobre scorso, mostra un corteo (pacifico!) di centinaia di mussulmani con bandiere nere e donne velate camminare sotto il ritmo ossessivo della voce di un Imam.
Ascoltate i commenti fuori campo delle due donne tedesche che riprendono la scena:
âPensavo di essere lâunica a preoccuparmi di questoâ.
âNo, perchĂŠ nessuno di noi vuole tutto ciò. Abbiamo pauraâ.
âCome sarĂ tra 100 anni?â.
âQuesta non è la mia vita. Ora ne arriveranno un altro milione e mezzoâ.
âOrmai quando cammino per strada vedo solo stranieri, ce ne sono cinquanta per ogni faccia europeaâ.
âGuarda le donne! Sono tutte velateâ, âQuesto è il nostro futuroâ.
Il video racconta meglio di mille parole il lento sopraggiungere di Germanistan e la  paura che alberga nel cuore dei tedeschi. Ciò che è successo a Colonia pochi mesi dopo è solo la punta di un iceberg della islamizzazione a cui è soggetta la Germania (come molti altri paesi europei).
LâALLARME DEGLI 007
Due mesi fa, il BND, il servizio dâintelligence tedesco, ha lanciato un grido di allarme: la Germania si sta islamizzando con gravissimi rischi per la sicurezza nazionale e per la tenuta dei valori della Costituzione. In un documento riservato,
ma reso pubblico in alcune sue parti da Die Welt, gli esperti tedeschi hanno spiegato che âlâelevato afflusso di persone provenienti dai paesi islamici, porterĂ ad instabilitĂ nel Paeseâ e che con la politica di accoglienza indiscriminata, la Germania âsta importando estremismo islamico, antisemitismo arabo, conflitti nazionali ed etnici di altri popoli, come pure una diversa concezione della societĂ e del dirittoâ. Il rapporto rivela anche che le autoritĂ e i servizi dâintelligence non sono in grado âdi affrontare questi problemi di sicurezza importati e le conseguenti reazioni da parte della popolazione tedescaâ.
Quindi il livello di rischio è doppio: da una parte lâislamizzazione della Germania che metterĂ in crisi lo Stato di diritto e la democrazia, dallâaltra la radicalizzazione della societĂ tradizionale tedesca che tenderĂ a non accettare gli effetti devastanti di questa migrazione âimposta dallâĂŠlite politicaâ.
Il documento è una vero atto dâaccusa alla politica irresposnabile della Merkel.
Non è la prima volta che lâintelligence di un paese europeo denuncia, inascoltata, il rischio dellâimmigrazione aperta ed islamica per la tenuta della societĂ e per lâinsorgere del terrorismo; ne abbiamo parlato qui nel caso del Belgio.
TU CHIAMALA SE VUOI: INVASIONE
Secondo un documento riservato, ma pubblicato dal quotidiano Bild, i profughi giunti in Germania nel 2015 sono molti di piĂš del milione previsto: arriverebbero a 1,5 milioni (quasi il 2% dellâintera popolazione tedesca) e, con la politica dei ricongiungimenti familiari, il numero potrebbe raggiungere in breve la cifra di 6-7 milioni.
SPACCIO, FURTI E STUPRI
Søren Kern, analista e studioso del Gatestone Institute, pubblica periodicamente attente ricerche sul fenomeno della migrazione in Europa. In diversi articoli ha elencato i dati relativi allâaumento della violenza e dellâillegalitĂ a causa lâarrivo dei nuovi immigrati. Dresda, Stoccarda e Amburgo sono diventate centrali della criminalitĂ legata ai furti e allo spaccio di droga da parte immigrati molti di questi reclutati, nellâultimo anno, proprio tra i nuovi arrivati.
Molti rapporti della polizia documentano comportamenti violenti contro ogni forma di autoritĂ che gli immigrati, ovviamente non riconoscono; un aumento delle aggressioni alle forze dellâordine e, sopratutto, il sorgere di âno-go zonesâ in molte cittĂ tedesche: quartieri di immigrati dove è vietato entrare persino alla polizia.
Anche lâaumento dei reati sessuali in Germania, un dato registrato con imbarazzo dalla autoritĂ tedesche, sarebbe strettamente legato allâaumento della presenza islamica nel Paese.
Kern parla, senza mezze misure, di una âepidemia di stupriâ in Germania ad opera dei migranti. Non solo quelli contro donne tedesche ma sopratutto quelli allâinterno dei campi profughi ai danni di ragazze islamiche, cristiane o yazide. Le violenze, denunciate da molte organizzazioni di volontariato e di diritti delle donne, sono spesso nascoste dalle autoritĂ .
Nel giugno scorso, ha destato scalpore la lettera del preside di una scuola di Passau, nella Bassa Baviera, nelle cui vicinanza stava per essere allestito un campo profughi islamici; nella lettera il dirigente invitava i genitori tedeschi a non mandare le loro figlie a scuola con abiti succinti perchĂŠ âcamicette scollate, pantaloncini corti o minigonne potrebbero portare a malintesiâ.
LA DIFFUSIONE DELLA SHARIA
Lâislamizzazione della Germania è evidente anche dal processo di radicalizzazione delle comunitĂ islamiche giĂ presenti. Nel 2011, Joachim Wagner, giornalista dâinchiesta, ha pubblicato un libro dal titolo: âGiudici senza leggeâ, in cui spiega la diffusione dei tribunali della Sharia in Germania a cui si rivolgono gli immigrati islamici per risolvere questioni di diritto civile (e a volte persino penale) senza interessare i tribunali tedeschi. Il giornalista ha evidenziato decine di casi giustizia praticata nelle moschee, nei salotti di casa degli Imam trasformati in tribunali, senza alcuna garanzia per testimoni o soggetti coinvolti, fondata sullâapplicazione del Corano; una giustizia che mina le fondamenta dello Stato di diritto e che genera un meccanismo di comunitĂ parallele, impermeabili alla societĂ tedesca, separate culturalmente. Il fenomeno (giĂ ampiamente diffuso in Gran Bretagna) sta diventando capillare anche in Germania e pone un problema che le anime belle del multiculturalismo non avevano immaginato: è impossibile integrare chi rifiuta lâintegrazione.
CONCLUSIONEÂ
Quello che avviene in Germania sta avvenendo in molti altri paesi, soprattutto del nord Europa. Non si comprende come i tecnocrati europei e i leader politici non si accorgano di cosa stanno generando con il dogma dellâaccoglienza ad ogni costo: viene il sospetto che tutto questo sia voluto. Eurabia sta prendendo  forma ad una velocitĂ persino superiore a quella immaginata da Oriana Fallaci.
Ma la difesa del nostro modo di vivere non è un accessorio residuale della storia: è la base della nostra libertĂ . La distruzione dellâidentitĂ dei popoli europei dovrebbe essere considerato un crimine contro lâumanitĂ .
dal blog di Giampaolo Rossi –Â il Giornale

