Burundi: caos e morti, 200.000 in fuga

Migliaia di persone hanno abbandonato le loro case a Bujumbura, capitale del Burundi dopo le operazioni di polizia ed esercito che in pochi giorni hanno causato una ventina di morti. Tra loro anche il figlio un attivista per i diritti umani, ucciso dopo essere stato arrestato venerdì. La gente terrorizzata teme un bagno di sangue e in 200.000 hanno già abbandonato il Paese. Da quando in aprile il presidente Pierre Nkurunziza si è candidato per un terzo mandato, i civili uccisi sono 198.

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“Non ci sara’ in Burundi ne’ guerra ne’ genocidio”: parole rassicuranti sono arrivate dal consigliere per la Comunicazione del presidente Pierre Nkurunziza alla vigilia della scadenza dell’ultimatum lanciato ai suoi oppositori che stanno mettendo a ferro e fuoco il Paese. “E’ in atto una manipolazione della comunita’ internazionale – ha detto Willy Nyamitwe – finita nelle maglie di un’opposizione che ha sempre evocato la parola ‘genocidio’ e che ha divulgato un’immagine errata di alcuni responsabili del Burundi”. Intanto prosegue l’ondata di violenza nel paese africano.

Nella capitale Bujumbura in migliaia hanno abbandonato le loro case dopo le operazioni di polizia ed esercito che hanno provocato decine di morti negli ultimi giorni. Tra questi anche il figlio di un celebre difensore dei diritti umani Welli Nzitonda, figlio di Pierre Claver Mbonimba, figura chiave nel Paese, ritrovato senza vita.

Ieri sono arrivati accorati appelli dalla comunita’ internazionale. Il segretario dell’Onu Ban Ki-Moon ha chiesto senza mezzi termini che le violenze nel paesi cessino immediatamente. Un Consiglio straordinario di sicurezza dell’Onu si riunira’ lunedi’ su richiesta della Francia, per cercare di trovare soluzioni all’escalation di violenza nel Paese. Anche gli Usa hanno accusato il governo del Burundi di incitare alla violenza nel Paese. L’inviato speciale Usa per la regione dei Grandi Laghi, ha condannato “la retorica pericolosa del governo”. Intanto la Corte penale internazionale, Cpi, si e’ detta pronta a perseguire gli autori dei crimini di guerra e degli atti di genocidio nel Paese africano. (AGI)

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