Legittima difesa, Pm Nordio: chi si difende da un reato non va indagato

 

Fino a che punto lo Stato ha diritto di punire il cittadino che reagisce ad un reato che lo Stato stesso non è stato in grado di prevenire? È ciò che si chiede il pm di Venezia Carlo Nordio, ribaltando il tema sul diritto alla legittima difesa, dopo il recente caso di Vaprio d’Adda. Intervistato dal Corriere del Veneto, il magistrato spiega che chi si difende da un reato non merita di essere indagato. E suggerisce di cambiare le norme in materia.

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In sostanza la teoria di Nordio è che uno che spara a un bandito per difendersi non dovrebbe essere indagato per omicidio: così come se una persona viene invitata a casa di un amico nessuno la incriminerà per violazione di domicilio, e allo stesso modo non viene chiesto a nessuno di dimostrare che la sua partner è consenziente ogni volta che ha un rapporto sessuale per evitare l’accusa di violenza. Il magistrato quindi riprende la “prospettiva liberale” che era elemento cardine della commissione di riforma del codice da lui guidata su incarico del governo Berlusconi (poi mai messa in pratica).

“Anche in un codice liberale – specifica – valgono i principi di proporzione e di attualità del pericolo, ma in quel caso non ci si pone il problema dei limiti in cui il cittadino si difende”. Con una approccio legislativo di questo tipo, sottolinea Nordio, “la legittima difesa non diventa più causa di non punibilità, ma un non delitto, un non reato. Ciò significa che non si viene indagati, non serve un avvocato. Può essere che non siano stati rispettati i limiti, ma dovrà essere l’indagine a dimostrarlo, c’è una sorta di inversione dell’onere della prova”. Infine, per il magistrato veneziano, si dice convinto che “lo Stato dovrebbe farsi carico delle spese legali in tutti i casi in cui la persona incriminata venga assolta con formula piena”.

veneziatoday.it

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3 thoughts on “Legittima difesa, Pm Nordio: chi si difende da un reato non va indagato

  1. La “prospettiva liberale” significa inversione di tutti i canoni finora legati al codice Rocco, padre del nostro sistema penale. Soprattutto, però, significa togliere discrezionalità ai magistrati, quindi potere. Incominciare a parlare di inversione dell’onere della prova (in realtà siffatto onere è oggi “invertito” per esigenze di tutela legate all’incapacità d’indagine) e ricondurre nell’alveo della discrezionalità tecnica il giudizio significa arrivare allo Stato di diritto, novità assoluta per il nostro sistema. Complimenti dott. Nordio, grazie per esistere, ridà fiducia verso un modello giudiziario corrotto dal corporativismo e dall’inefficienza, legati all’impunità.

  2. Credo che Carlo Nordio ci mostri che esistono ancora motivi di fiducia nella magistratura; che in essa non tutti sono apertamente schierati a fianco del delinquente di professione e contro l’onesto cittadino che tenta di difendersi.

    Occorre poi notare che il delinquente che volge le spalle alla vittima per allontanarsi è ancora pericoloso; può semplicemente cercare un riparo da cui poi fare fuoco. Occorre dare al cittadino aggredito il diritto di presumere che ciò possa avvenire.

  3. Finalmente dopo quasi 70 anni ho letto una notizia veramente di Giustizia corretta, non me lo sarei mai aspettato che in mezzo a tanti politici Incapaci arroganti e presuntuosi uscisse fuori un Giudice veramente Obbiettivo e Onesto questo Giudice a mio parere resterà alla storia come un Giudice veramente coraggioso che difenderà i cittadini Onesti come giusto che sia Onore al Signor CARLO NORDIO, GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE ALL’INFINITO.

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