Renzi in Cile fa il professore di politica e democrazia contro la dittatura

 

Mentre in Europa si fa ormai apertamente politica sporca, imponendo di fatto l’autoritarismo pro-UE, come è appena accaduto in Portagallo (Nell’assordante silenzio dei media di regime muore la democrazia in Europa) oltraggiando il volere dei cittadini, Renzi (premier di un governo nominato) va in Cile a fare il professore di politica e democrazia, contro la dittatura.

renzi

“Entrando nel palazzo presidenziale, la Moneda, e soprattutto poi al Museo dei diritti umani mi sono emozionato pensando alla storia di questo popolo e alla grande forza di chi ha lottato contro la dittatura“. Lo scrive il presidente del consiglio Matteo Renzi su Facebook, in una sorta di ‘diario di viaggio’ della sua tappa in Cile.

 

“Chi mi ha guidato passo dopo passo dentro il Museo aveva vissuto sulla propria pelle o su quella della propria famiglia quelle torture: non mi stava raccontando una storia, mi stava raccontando la sua vita”, continua Renzi: “Come ha fatto Camilo Parada, figlio di una delle vittime del regime, come ha fatto Marcia Scantlebury. Diceva il grande Pablo Neruda: chi sono quelli che soffrono? Non importa chi sono, sono i miei.

La nostra generazione di leader europei ha vissuto nella pace e nella tranquillita’ e per questo ha una responsabilita’ ancora piu’ grande, non solo per tramandare la memoria, ma anche per non sporcare la politica che altrimenti diventa facile preda di populismi e spinte autoritarie. Occorre, pero’, avere l’intelligenza di vincere la sfida della dignita’ della politica, usando gli strumenti del nostro tempo”.

E, conclude il premier: “Il regime crolla in Cile grazie al referendum che il fronte del no vince, utilizzando innovative tecniche di comunicazione. Mi e’ tornato alla mente il film No, i giorni dell’arcobaleno (un film che e’ obbligatorio per chi vuole ricostruire una storia, ma anche il complicato rapporto tra ideali e campagne elettorali) e sono stato molto felice di salutare lo scrittore dal cui lavoro e’ tratto il film, Antonio Skarmeta”.

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