“Nessuno pensi o dica che lo faccio come segnale di debolezza o addirittura di ammissione di colpa per questa squallida e manipolata polemica sulle spese di rappresentanza e i relativi scontrini successivamente alla mia decisione di pubblicarli sul sito del Comune”.
Così il sindaco di Roma, Ignazio Marino, nella nota in cui annuncia le proprie dimissioni.
Marino ha precisato che chi volesse leggere le sue dimissione “in questo modo è in cattiva fede. Ma con loro non vale la pena di discutere”.”Mi importa che i cittadini tutti, chi mi ha votato come chi no, perché il sindaco è eletto da una parte ma è il sindaco di tutti – prosegue Marino – comprendano e capiscano che al di là della mia figura è dal lavoro che ho impostato che passa il futuro della città. Spero e prego che questo lavoro in un modo o nell’altro venga portato avanti, perché non nascondo di nutrire un serio timore che immediatamente tornino a governare le logiche del passato, quelle della speculazione, degli illeciti interessi privati, del consociativismo e del meccanismo corruttivo-mafioso che purtroppo ha toccato anche parti del Pd e che senza di me avrebbe travolto non solo l’intero Partito democratico ma tutto il Campidoglio”.