Voleva sposare un jihadista, ragazzina francese bloccata a Trieste

Non ancora 18enne, aveva in tasca la foto del suo futuro marito conosciuto via web, un combattente jihadista per il quale aveva abbandonato la sua casa e i suoi genitori in Francia con l’intento di contribuire come giovane sposa alla sanguinaria guerra dell’Isis in Siria. L’hanno fermata al valico italo-sloveno di Fernetti su un autobus di linea.

La notizia e’ stata diffusa oggi in una conferenza stampa cui hanno partecipato il questore di Trieste Antonio Maiorano, il dirigente della Digos Luca Carocci e il responsabile della Polizia di frontiera di Trieste, Antonio Grande. E’ stato proprio gli agenti di polizia di frontiera a intercettare e fermare il primo giugno scorso la giovane. Una vicenda – ha spiegato il dirigente della Digos – che fa parte di un fenomeno che oramai investe molti Paesi. E a preoccupare e’ un possibile incremento del traffico di questo tipo sulla rotta che porta a Trieste per poter poi raggiungere la Siria.

La minorenne era stata segnalata dall’Interpol perche’ sparita da casa. Quando gli agenti le hanno chiesto i documenti e hanno poi controllato i terminali hanno capito di averla rintracciata. Poi sottoposta ad una serie di domande la giovane vestita con cura, tutta di nero, lo smalto alle unghie, leggermente truccata, senza velo forse per non dare nell’occhio, si e’ dimostrata molto incerta e titubante cadendo spesso in contraddizione. Cosi’ dopo aver dichiarato che era sua intenzione raggiungere la Romania ha invece poi confessato che la sua vera destinazione era la Siria. La’ sarebbe andata in sposa ,come le era stato promesso, all’uomo del quale si era infatuata via Internet, e forse si sarebbe aggregata ai combattenti da sacrificare per la ‘guerra santa’.

E’ emerso che la giovane francese tempo fa aveva gia’ tentato di raggiungere la Siria ma era stata bloccata all’aeroporto. Aveva quindi deciso di usare una frontiera terrestre dove sperava che i controlli fossero meno attenti. Un avvertimento questo anche per noi – ha detto il dirigente della Polizia di frontiera triestina – perche’ queste persone sembra siano orientate maggiormente ad attraversare gli Stati con pullman di linea piuttosto che in nave o in aereo. “Quest’anno ai confini del Fvg abbiamo controllato 70mila persone e 250mila veicoli. Un impegno che dovra’ essere d’ora in poi ancora maggiore”.

La giovane dopo alcuni giorni e’ stata consegnata ai genitori, arrivati dalla Francia: lei transalpina, lui di origine algerina, vivono separati. Intanto la Procura distrettuale antimafia ha aperto un inchiesta per capire se la giovane ha incontrato nel suo viaggio persone che l’hanno appoggiata.
(AGI) .

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