Immigrati: Kyenge in tour, ricognizione nelle città dell’accoglienza

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“I miei sentimenti all’indomani della tragedia nel canale di Sicilia? Il dolore e’ sempre presente, e poi rabbia, impotenza. Ma oggi non abbiamo piu’ alibi e nel Rapporto su cui sto lavorando, c’e’ fortunatamente la consapevolezza che fra un anno, un anno e mezzo, le politiche cambieranno“.

Lo ha detto stasera a Taranto, dove ha avuto una serie di incontri, l’europarlamentare Pd Cecile Kyenge, ex ministro dell’Integrazione nel governo Letta. “La mia rabbia – ha proseguito Kyenge – e’ che sul presente, sull’emergenza, gli Stati membri, i Governi, sono stati troppo tempo fermi ed hanno lasciato soli pochissimi Paesi. Questa e’ la mia rabbia. Ma il fatto che abbiano affidato il dossier a me, che sono italiana, e ad una maltese, vuol dire che c’e’ la consapevolezza che occorre mettere dentro le politiche europee le istanze dei Paesi del Sud d’Europa”.

Kyenge e’ voluta partire nel giro di ricognizione che la portera’ in altre citta’ italiane ed europee accomunate dalla presenza, passaggio o accoglienza dei profughi provenienti dall’altra sponda del Mediterraneo.
Obiettivo e’ quello di raccogliere dati e informazioni per costruire poi un rappporto di analisi e di proposte. La missione e’ stata affidata all’ex ministro lo scorso anno dall’Unione europea, la quale le ha anche commissionato il Rapporto di iniziativa sulla politica di immigrazione nel Mediterraneo. Un lavoro che dovra’ essere pronto a fine dicembre dopo aver ascoltato Governi, istituzioni e societa’ civile.

“L’Italia e’ stata lasciata da sola per troppo tempo.
All’indomani della strage del 2013, io facevo parte del Governo ed abbiamo messo in atto il progetto “Mare Nostrum” che doveva essere a breve termine proprio per poter permettere all’Europa di prevedere un sistema in grado di salvare vite umane e lottare contro l’immigrazione e il traffico di essere umani”, ha sottolineato. . Parlando degli insuccessi di “Triton”, Kyenge osserva: “Ho sempre detto dal primo momento che l’Europa non ha bisogno di dare una risposta tecnica. Triton e’ una risposta tecnica e non e’ degna di una comunita’ di 500 milioni di abitanti, soprattutto non e’ degna dell’Europa. Triton e’ coordinato da Frontex, un sistema di sorveglianza e pattugliamento del mare e delle frontiere. Ma per salvare vite umane, si e’ andati oltre le competenze di Triton, oltre i 30 miglia. Tantissimi sono stati salvati dalla Marina Militare e dalla Guardia Costiera perche’ cio’ che guida il loro lavoro e’ il primato della vita umana”. Nel rapporto che redigera’ Kyenge ci sara’ spazio anche per i minori migranti non accompagnati.
“Devono godere – dice in proposito – di maggiore protezione ed assistenza anche sanitaria”. agi

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