E’ normale che la famiglia Femia possa continuare ad operare nel settore del gioco d’azzardo, nonostante l’interdittiva antimafia e il rinvio a giudizio del capostipite Nicola e dei figli Guendalina e Francesco Rocco Maria? È sufficiente intestare una società alla compagna del figlio di Nicola Femia, non coinvolta nelle indagini, per andare avanti, nonostante le accuse di illeciti, evasione fiscale e associazione mafiosa e le pesanti minacce al giornalista Giovanni Tizian? È possibile che una persona rinviata a giudizio come Guendalina Femia possa serenamente promuovere la società della cognata presso la più grande fiera del gioco del Sud Europa a Rimini, come successo di recente?
Sono le domande che oggi ho rivolto al ministro degli Interni, Angelino Alfano, nell’interrogazione in allegato.
Noi crediamo di no e quindi chiediamo che lo Stato – attraverso il Prefetto di Ravenna – intervenga. Ringrazio il Gruppo dello Zuccherificio per la preziosa segnalazione, che si inserisce in un quotidiano, fondamentale lavoro di antimafia sociale.
On. Giovanni Paglia