Libia: raid aereo contro l’aeroporto di Tripoli controllato da milizie islamiche

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La MOGHERINI ieri: «I libici devono capire molto bene che non c’è altra opzione al dialogo e che il dialogo deve dare risultati.»

La risposta purtroppo arriva puntuale: a Tobruk se ne infischiano dei proclami di lady Pesc.

Aerei dell’aviazione libica hanno eseguito raid sull’aeroporto internazionale Mitiga, circa otto chilometri a est di Tripoli, controllato dalle milizie islamiche che controllano la capitale. Lo riferisce la tv satellitare al-Arabiya.

Non è la prima volta che le forze libiche guidate dal generale Khalifa Haftar (nominato all’inizio del mese comandante delle forze armate fedeli al governo di Tobruk) prendono di mira l’aeroporto internazionale di Tripoli. Raid analoghi sono stati eseguiti per tre giorni di seguito, a partire dal 3 marzo scorso.

Il mese precedente, bombardamenti delle forze rivali, le milizie islamiche Fajr Libya alleate del governo di Tripoli e del parlamento uscente (Congresso nazionale), hanno colpito invece gli aeroporti di Tobruk e di Zintan.

Tutti i principali interessi economici italiani, dall’Eni, al gas, fino all’energia sono situati nell’area controllata dagli islamisti di Tripoli, dove governano i rappresentanti del vecchio Parlamento eletto nel primo voto libero del 2012.  Al timone del governo, ribattezzato di «salvezza nazionale», c’è Omar al Hassi, vicino ai Fratelli musulmani. L’esecutivo sta in piedi grazie a Fajr Lybia (Alba libica), un cartello di milizie dominato dai 40 mila combattenti di Misurata, terza città del Paese. A sua volta, l’ala islamista di Alba Libica si è scissa in un fronte meno estremista che governa a Misurata, e un altro che è scivolato tra le braccia del Califfato.

In Libia ci sono poi ad esempio anche gli interessi di Francia e Germania, che ovviamente non coincidono con i nostri e neanche tra di loro. La pacificazione è quindi complicata non solo a causa della frammentazione interna, ma anche per le attività straniere installate sul territorio.

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