ISIS: bruciato vivo dentro una gabbia il pilota giordano

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Il pilota giordano ostaggio dello Stato isalmico sarebbe stato ucciso dopo essere stato “messo al rogo”. Lo riferisce la tv satellitare al jazeera che afferma che le immagini dell’uccisione di Maaz al Kassasbeh sono state mostrate in un video attribuito allo Stato islamico diffuso in rete. La stessa tv afferma di non voler mostrare il video

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Le autorita’ giordane confermano la notizia della morte, ma chiariscono che era gia’ stato ucciso il 3 gennaio e non oggi quando invece e’ stato diffuso un video di 22 minuti con il 27enne al-Kasaesbeh arso vivo dentro una gabbia di ferro. Il governo giordano doveva gia’ saperlo dal primo giorno: nei giorni scorsi quando Isis aveva preteso la liberazione della terrorista qaeditsa Sajida al Rishawi, condannata all’ergastolo per un attentato nel 2005 ad Amman, in cui vennero uccise oltre 50 persone, aveva detto si’ in linea di principio ma chiedendo una prova inequivocabile che il pilota fosse ancora vivo.

Al-Kasaesbeh venne catturato il 24 dicembre e l’Isis, dopo aver detto di averlo ucciso ai primi di gennaio, ultimamente aveva chiesto la liberazione della terrorista qaedista Rajida al Rishavi in cambio della vita del pilota.

Amman era d’accordo ma voleva prima la prova che fosse vivo. Su Twitter sono state diffuse solo alcune immagini che sarebbero tratte dal video. In una foto appare il pilota giordano chiuso in gabbia con una lingua di fuoco che procede verso di lui; subito dopo appare avvolto dalla fiamme e in un’altra si vedono i resti del corpo carbonizzato. Manca ancora una verifica indipendente dell’attentibilita’ delle immagini. Al momento non e’ apparsa neanche la versione integrale del video ma solo alcuni fermi immagine.
La responsabile di Site ha pubblicato un collage di immagini nelle quali appare Muad Kasasbeah circondato da miliziani armati e a mezzo busto con un occhio tumefatto, mentre pronuncia un monologo.

Muad al Kasasbaeh era precipitato – abbattuto secondo Isis – mentre sorvolava i cieli siriani di Raqqa, la capitale dello Stato Islamico, il 24 dicembre a bordo del suo caccia F-16. Isis aveva immediatamente lanciato un concorso online per chiedere alla rete come uccidere il pilota e il 2 gennaio aveva dato notizia di averlo eliminato.
Archiviato il suo nome con la sua presunta morte, era tornato fuori il 20 gennaio con la richiesta di riscatto di 200 milioni di dollari avanzata da Isis a Tokyo per liberare i due ostaggi giapponesi, Haruna Yukava e Kenji Goto. Il 24 gennaio venne ucciso il contractor Yukava e allora Isis, rinunciando ai 200 milioni di riscatto, chiese la liberazione della terrorista qaedista Sajida al Rishavi.

Quest’ultima e’ considerata da Isis un simbolo perche’ nel 2005 aveva partecipato ad un attentato suicida ad Amman in cui tre suoi complici, tra cui il marito, si fecero saltare in aria ad un matrimonio uccidendo oltre 50 persone. Il suo giubetto esplosivo non si innesco’ e le i tento di dileguarsi mischiandosi alla folla dei sopravvissuti in fuga. Riconosciuta venne arrestata e l’anno dopo condannata all’ergastolo.
Amman aveva in linea di principio accettato di liberare la terrorista ma prima voleva la prova che Kasasbaeh fosse ancora vivo. Il secondo giapponese, il giornalista Kenji Goto, venne decapitato tre giorni fa e sempre Isis diffuse il video della macabra esecuzione.
Oggi le immagine dell’orrenda esecuzione del pilota giordano arso vivo in una gabbia di ferro. Ora in mano ad Isis resterebbe come ostaggio ‘occidentale’ solo la volontaria americana di 26 anni rapita in Siria nel 2013 e per cui lo scorso agosto Isis chiese un riscatto di 6,6 milioni di dollari.
Tutti gli altri ostaggi ‘di spicco’ noti, dagli americani James Foley (il primo decapitato il 19 agosto scorso) seguito da Steven Sottloff, Peter Kassig, e i britannici David Haines e Alan Henning, sono stati eliminati.

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