Varese vieta il burqa nei luoghi pubblici. Il partito della Boldrini in rivolta

Boldrini

 

Varese vieta il burqa e scoppia il finimondo. Il velo islamico che copre il volto delle donne sarà fuorilegge nei luoghi pubblici e all’aperto: la mozione del centrodestra è stata approvata nella tarda serata di ieri, dopo una giornata di bagarre.

Il consiglio comunale – come scrive IlGiornale –  è stato infatti teatro di un duro scontro politico tra la maggioranza e l’opposizione, che si sono confrontate animatamente sull’Islam, per poi procedere alla votazione della proposta avanzata dai consiglieri di Forza Italia Piero Galparoli e Ciro Grassia.

Mettere al bando il capo d’abbigliamento è un provvedimento che si muove nel solco della sicurezza – motivano i suoi fautori –, oltre ad essere volto a disincentivare “usanze che contrastano con la storia, le leggi e il comune sentire del nostro Paese”, come riporta IlGiorno. All’amministrazione si chiede dunque di “adottare un provvedimento volto a impedire la dissimulazione del viso in luoghi pubblici o aperti al pubblico”.

La mozione è passata con 20 sì (di Lega Nord, Forza Italia, Udc e Ncd), mentre Partito Democratico e Movimento 5 Stelle si sono astenute; di Sinistra Ecologia e Libertà l’unico voto contrario, ultimo atto del suo totale dissenso.

La Prealpina racconta la dura presa di posizione di Sel, affidata a Rocco Cordì: “I sindaci non possono più firmare ordinanze di questo tipo e mi devono quindi spiegare a quale possibile provvedimento alludano per codificare a Varese un divieto che già esiste nelle leggi di pubblica sicurezza”. Il consigliere ha dunque etichettato come “impraticabile” e “propagandistica” la misura.

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8 thoughts on “Varese vieta il burqa nei luoghi pubblici. Il partito della Boldrini in rivolta

  1. i mussulmanu NON SONO INTEGRABILI!!! basta col buonismo! gli UTLI IDIOTI, LE QUINTE COLONNE, i buonisti/affaristi/delinquenti, ci hanno rotto.. BASTAAA!!!!!!

  2. A poco a poco, le leggi islamiche riusciranno a sostituire quelle del mondo occidentale. La gente di sinistra è abituata a sottomettersi alla volontà degli stranieri, europei o islamici che sono. Il mondo islamico, non corrompe col denaro, riesce a sottomettere con la prepotenza.

  3. E’ indubbiamente difficile mediare tra i costumi degli immigrati e quelli degli autoctoni. In Italia le leggi penali vietano di girare mascherati per motivi di ordine pubblico, mentre in alcuni paesi islamici tale costume e’ imposto dalle loro norme religiose e giuridiche. Sul nostro territorio dovrebbero prevalere le nostre norme di diritto pubblico, tanto più con i pericoli di terrorismo in atto. Infine, se si parla proprio di burqa e non di hijab o di altre velature parziali, occorre prendere in considerazione che le donne completamente mascherate (burqa) devono vestirsi così perché obbligate da una tradizione fortemente penalizzante e spietata verso le donne stesse, che le priva persino dell’identità pubblica (oltre che dei loro diritti fondamentali).

  4. Se il loro sindaco Pisapia commette abusi d’ufficio trascrivendo all’anagrafe atti incompatibili con la legge italiana, tutto bene. Se invece un consiglio comunale ribadisce un principio che oltre ad essere legge dello Stato è una norma di buon senso e che vuole ribadire la pari dignità della donna, allora ai comunisti non va bene, è solo “propaganda”… La buffonata delle “nozze gay” non è propaganda, nooo!!! Trinaticiuti forever! 😛

  5. una sinistra sinistrata che continua imperterrita a remare contro gli italiani per favoreggiare delinquenti e gente col cervello fuso che vorrebbe dettare leggi alla nostra civiltà, alla nostra combattuta e meritata democrazia.

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