Tutto il male non viene per nuocere e ti rende determinato

ierace

20 ottobre – Inizia tutto 12 anni fa con una nuova esperienza lavorativa che negli anni si trasforma in qualcosa di inverosimile. La vicenda si consuma nel centro abitato della cittadina pianigiana di Rizziconi dove sorge una struttura adibita alle cure di anziani e disabili Opera S. Francesco di Assisi. Premetto che dal primo giorno che ho posato il mio piede all’ interno ci ho messo il cuore a svolgere le varie attività .

La mattina fiero di recarmi presso il mio nuovo impiego ero di mille energie pronto e disponibile con tutto e tutti. Ma le cose con il tempo cambiarono e non per mia volontà, sembra una casualità ma la trasformazione del mio contratto con l’ avvento del 2007 mi porta ad aver un rapporto continuato e stabile con l’amministrazione francescana conseguentemente sfociato in una guerra aperta su tutti i fronti.

Era marzo 2008 con un pregresso di 8-9 mensilità di corrispettivi da recuperare, intanto l’ umore sul lavoro era cambiato di gran lunga sapendo che il giorno seguente non sarebbe mai stato risolutivo ma uno dei tanti che si doveva aggiungere a quelli passati tra uno status nervoso e l’altro . Non sufficiente alla situazione incandescente si aggiungevano i provvedimenti disciplinari che fioccavano come le margherite a primavera solo per il fatto che a mio avviso le cose non tornavano ben chiare e avevo iniziato un percorso di rivendicazione dei miei diritti calpestati. Tra un decreto ingiuntivo e cause ordinarie a distanza di 3 anni dal lontano 2008 sapendo la realtà della giustizia ordinaria civile mi vide succube di una situazione inaccettabile recuperando solo qualche mensilità del mio pregresso.

Intanto il tempo scorreva inesorabilmente e la protesta aumentava sempre di più toccando l’ apice nel mese di settembre 2010 nel quale si era programmato due giornate di sciopero per la situazione di una gravità inaudita. In questa occasione ci vide soddisfatti insieme al resto dei colleghi dato il pagamento in 4 mesi di ben 7 mensilità di arretrati stipendiali, ma sotto la pentola c’ era una patata bollente che stava per cuocere.

Di solito si dice anno nuovo vita nuova ma le circostanze con l’avvento del 2011 non erano cosi rosee, perché dai meandri della amministrazione si carpiva che non c era nessun presupposto a tutelarci anzi. Come si prevedeva arrivò una lettera dove si annunciava un licenziamento collettivo di ben 25 unità che superavano il 50% della Forza lavoro. Tra i vari esami congiunti la volontà della direzione francescana era ferma ad optare per un taglio drastico del personale ritrattando per solo 4 unità. Si arrivò a maggio 2011 e ormai tra le varie proteste e ricorsi sindacali i vari preavvisi avevano fatto il suo corso facendo finire quella dolce e amara esperienza lavorativa per ben 20 Unità. Da lì le rassicurazioni dell’ amministrazione che saremmo stati liquidati di tutto non facevano presagire niente di buono.

Come copione di un film era quasi finita l’ estate del 2011 e le promesse erano già venute meno. Ormai certo delle mie considerazioni che il dialogo era solo una questione formale da eseguire ma che con la controparte non avrebbe fruttato niente, ho cercato di elaborare quale strada e quali metodi sarebbero stati migliori per poter recuperare tutto il dovuto dato che si parlava di una somma che ruotava intorno ai 20000 eu che in un budget familiare con impegni finanziari poteva essere una vincita al superenalotto.

La mia posizione da R.S.A nella struttura mi aveva portato a conoscere le varie istituzioni che ruotavano nel mondo del socio sanitario e anche quelli che dovevano tutelarci sotto l’aspetto economico e trovandomi a dialogare rimanevano sbalorditi sull’ abnorme disavanzo che noi lavoratori vantavamo consigliandoci di intraprendere quella strada che noi da tempo avevamo intrapreso cioè il ricorso al Giudice del lavoro.

Il mio obiettivo era fermo come un mirino di precisione, dovevo recuperare a tutti i costi il dovuto facendomi risarcire quanto sarebbe stato stimato dai vari accertamenti da svolgere, ci avevo messo tutto il mio impegno a lavorare con abnegazione e rispetto e ora era un mio diritto avere la soddisfazione di non chiedere niente a nessuno e avere quello per cui mi ero sacrificato per anni. Dopo 3 anni il dubbio ogni tanto mi assaliva ma nello stesso tempo la volontà di andare avanti mi aveva reso più forte e rinnovava sempre quella speranza di arrivare al mio obiettivo; quando nel mese di luglio dopo i vari iter e procedure di notifiche mi chiamò il mio legale confermando che un pignoramento di 15000 eu aveva dato esito positivo presso una loro banca.

Oggi più che mai sono orgoglioso di essere stato determinato a portare avanti un concetto. ”Chi lavora deve essere pagato e mai discriminato”. Volevano persuadermi in modo convincente a mio avviso deprimente.Ad oggi miei cari ex colleghi con un pregresso di 13 mensilità vi lascio questo commento: c’ era chi davanti ci apprezzava e da dietro ci rinnegava, tre anni sono passati e la ruota ha fatto il giro quando siamo stati definiti (gentaglia) e io vi dico allora ora tocca a voi la maglia. Rivolgo un appello ai signori del comando: non sottovalutate le persone disponibili ed educate con il tempo diventano macchine precise e determinate.

Giuseppe Ierace
Rappr.Legale Urmig

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