La protesta delle Forze dell’Ordine si fa dura: ministri e capi di polizia si dimettano

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5 set 2014 – “Ministri e capi delle forze di polizia e dei vigili del fuoco si dimettano”: cosi’ il blocco degli stipendi annunciato dal ministro Madia viene accolto anche dai sindacati autonomi della Consulta Sicurezza, che rappresenta polizia di Stato (Sap), polizia penitenziaria (Sappe), Corpo Forestale (Sapaf) e Conapo (vigili del fuoco). E avvertono: “Siamo pronti a forme di protesta anche eclatanti”.

“Essere arrabbiati e’ dire poco. Oltre ad aver fatto i buffoni, promettendo cose che sapevano di non poter mantenere, hanno continuato a prendere in giro i poliziotti, penitenziari, forestali e vigili del fuoco dall’alto delle loro ben pagate cadreghe. Sul tetto stipendiale e sul rinnovo contrattuale siamo stati traditi, per questo i ministri Alfano, Pinotti, Orlando e Martina e i capi dei corpi di polizia e dei vigili del fuoco hanno solo due strade: unirsi con noi nella sacrosanta battaglia per il personale o dimettersi senza se e senza ma”: e’ la dura reazione della Consulta sicurezza all’annunciato prolungamento del blocco degli stipendi “Siamo pronti a forme di protesta anche eclatanti – dicono i segretari generali Gianni Tonelli, Donato Capece, Marco Moroni e Antonio Brizzi – perche’ la misura e’ colma. Siamo in piazza dal 27 agosto e presidiamo Montecitorio a olltranza, oltre a un camper che gira tutta Italia nell’ambito dell’operazione #piazzapermanente. La protesta crescera’. Ci diano quello che hanno promesso o se ne vadano a casa. Non c’e’ altro da dire”.