Brunetta: “L’euro tedesco di fatto ha distrutto l’Europa”

7 luglio – ”Con un surplus della bilancia dei pagamenti del 7%, la Germania ha un vantaggio competitivo sulla crescita, potendo di fatto contare su un euro tedesco sottovalutato. Al contrario, gli altri paesi dell’eurozona, con la moneta unica sopravvalutata rispetto ai propri fondamentali, non riescono a esportare e a fare affluire, in tal modo, risorse nelle finanze pubbliche”. Lo scrive Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un editoriale pubblicato da “Il Giornale”.

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L’euro tedesco, di fatto, contro ogni volontà e sogno, ha distrutto l’Europa, creando squilibri crescenti, appunto, nelle bilance dei pagamenti; e tassi di interesse divergenti, senza alcun meccanismo di redistribuzione e di riequilibrio. È questa la malattia mortale che ci affligge. Perché gli squilibri nei rapporti tra esportazioni e importazioni e nei flussi di capitali si riflettono sul deficit e sul debito pubblico degli Stati. E quindi sulla loro credibilità. E quindi sul loro merito di credito. Negli anni della crisi i mercati non hanno fatto altro che sanzionare ciò. Tutto parte dalle bilance dei pagamenti, che si portano dietro tassi di interesse, deficit, debito e, di conseguenza, nuovamente i tassi di interesse”.

“La soluzione, dunque, al di là di tutto quanto fatto (inutilmente) finora è una sola: i paesi che registrano un surplus nella bilancia dei pagamenti (che include sia i movimenti delle merci sia i flussi di capitali) hanno il dovere economico e morale non di prestare i soldi, non di ‘salvare’ (come è stato fatto finora), ma di reflazionare. Cioè aumentare la loro domanda interna, trainando le economie degli altri Stati. Reflazione vuol dire anche avvicinarsi a un tasso di inflazione del 2%, fisiologico, e ottimale anche per la Banca Centrale Europea, per uscire dalla deflazione e dare respiro ai paesi dell’eurozona con debiti pubblici elevati”.

“Commissione europea e Fondo Monetario Internazionale non sono gli unici a criticare (ex post) la politica economica sangue, sudore e lacrime dettata da Angela Merkel a un’Europa troppo tedesca e l’eccessivo surplus delle partite correnti della bilancia dei pagamenti della Germania. A marzo 2014, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, dichiarava: ‘I Paesi con surplus forti hanno spazio per fare di più per sostenere la domanda aggregata in Europa’”, conclude Brunetta.

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