Sudan, la cristiana Meriam arrestata di nuovo all’aeroporto di Khartoum

meriam

24 giugno – Meriam, la donna cristiana condannata a morte in Sudan e rilasciata ieri, è stata arrestata oggi all’aeroporto di Khartoum insieme al marito. E’ quanto si legge sull’account Twitter di Antonella Napoli, il presidente dell’organizzazione Italians for Darfur che ha seguito fin dall’inizio la vicenda. Secondo Napoli – che ha avuto la notizia dall’avvocato di Meriam, Mohammed al-Nour – la coppia si trova ora con i propri legali in un ufficio delle autorità sudanesi a Khartoum.

In precedenza, l’Ong Italians for Darfur ha ricordato che per Meriam “non è ancora finita”. “Per il momento tutta la famiglia resta in Sudan – ha scritto Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur, sulla pagina Facebook dell’associazione – dopo essere tornati a casa sono stati trasferiti in un luogo sicuro in attesa di poter partire per gli Stati Uniti. Ora dipende tutto dall’ambasciata americana”.

“Sappiamo che era stato chiesto che venisse effettuato l’esame del Dna sui bambini, il che però non è ancora avvenuto – ha ricordato Napoli – se il test sarà eseguito, anche i figli di Meriam e Daniel potranno avere la cittadinanza statunitense. Anche se siamo certi che si tratti solo di procedure burocratiche, ci auguriamo che ciò avvenga in tempi rapidi”.

“Se così non fosse – ha continuato il presidente Italians for Darfur – vorrei lanciare un appello al nostro ministro degli Esteri e al presidente del Consiglio affinché l’Italia possa offrire ospitalità a Meriam, suo marito e i loro figli come aveva già fatto il Regno Unito che si era detto disponibile a riconoscere loro lo status di rifugiati”.

“La condanna che stava per portare sul patibolo Meriam non era frutto solo del giudizio di un magistrato estremista – ha concluso Napoli – ma di un sentimento condiviso da gran parte della popolazione che vive in sintonia con i dettami della legge coranica. Per questo non bisogna abbassare la guardia, ma continuare a vigilare fino a quando Meriam, Daniel e i loro piccoli potranno finalmente iniziare una vita normale. Insieme”.

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