Ilva, al via il processo: il Comune di Taranto chiede 10 miliardi di danni

ilva19 giugno – Al via questa mattina nella caserma dei vigili del fuoco di Taranto l’udienza preliminare per l’inchiesta sul disastro ambientale causato dall’Ilva. Quindici imputati, fra cui la holding Riva Fire hanno presentato istanza di rimessione del processo per incompatibilità ambientale, perché i giudici tarantini, sotto pressione, non sarebbero sereni ed imparziali. Oscillano fra le 700 ed 800 le richieste di costituzione di parte civile all’udienza.

Il Comune di Taranto, rappresentato dall’avvocato Luca Perrone, ha già pronta una richiesta di risarcimento di 10 miliardi di euro, mentre dieci milioni di euro è la richiesta di risarcimento di Legambiente. Centinaia i proprietari di case del quartiere Tamburi (che si trova proprio accanto allo stabilimento siderurgico) identificati come parti offese. Insieme a loro chiedono di costituirsi parti civili associazioni ambientali e cittadine, le sigle sindacali confederali, il Comune di Statte, la Regione Puglia ed i ministeri di Ambiente e Salute.

La procura chiede il processo per 49 imputati e tre società, fra dirigenti e rappresentanti della famiglia Riva proprietaria dello stabilimento, accusati di associazione per delinquere, disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari d omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Mancherà all’appello il patron Emilio Riva, scomparso a 87 anni il 29 aprile scorso. Tra gli imputati anche dirigenti ministeriali e numerosi politici, come il presidente della Regione Nichi Vendola e l’ex presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido, finito in carcere a maggio 2013 per concussione. Entrambi sono accusati di aver fatto pressioni sui loro uomini per favorire l’Ilva.

Anche il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, è imputato, accusato di abuso d’ufficio per non aver agito contro l’inquinamento che mette a rischio la salute dei tarantini e l’ambiente. Alla sbarra anche il deputato di Sel Nicola Fratoianni, l’assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro e il consigliere regionale Donato Pentassuglia, tutti accusati del favoreggiamento di Vendola, così come il dg di Arpa Giorgio Assennato. Rischiano il processo dirigenti regionali, professionisti ed anche un poliziotto, un carabiniere ed un prelato. tmnews

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