Lucciola 20enne picchiata, violentata e segregata. Arrestati romeni

picchiataMOGLIANO VENETO, 4 apr .  – La storia si ripete. A distanza di pochi giorni. Una prostituta violentata e picchiata a più riprese si ribella all’incubo. E chiede aiuto. L’unico modo per uscirne, forse. Fatto sta che come una ventenne ungherese nella notte tra domenica e lunedì sul Terraglio ha fermato al volo una volante della questura per denunciare la prigione di soprusi e prostituzione costretta a subire, nella notte tra martedì e mercoledì è toccato a una ventenne romena denunciare. Scoperchiare un calderone in cui i sogni di un lavoro dignitoso e “normale” nel ricco Nordest d’Italia si sono infranti subito dopo aver messo piede in un appartamento di Mogliano Veneto, appena oltre il confine veneziano.

Lì un 28enne suo connazionale a fine febbraio le ha spiegato quello che sarebbe accaduto: “Ti devi prostituire, e tutti i soldi li devi dare a noi“. E pensare che era stato lui a venire a prenderla nel distretto romeno di Galati. Lei è salita a bordo dell’auto piena di speranze, affidando il figlio piccolo alle cure dei genitori. Poi un viaggio giù fino al Brennero, per poi finire in un “viale alberato” (come la stessa lucciola aveva descritto il Terraglio). Nessuna idea di dove si trovasse. Iniziano i clienti, iniziano le notti “di lavoro”. Minimo 400 euro a notte da guadagnare, altrimenti sarebbero stati guai.

Ma questa giovane non riusciva ad accettare il fatto di vendere il proprio corpo. Per questo a più riprese ha tentato di far capire che non era la vita che voleva. Che non si sarebbe rassegnata. Il 28enne la prima volta ha fatto capire nel modo peggiore che non c’erano vie d’uscite: violentando quella ragazza che per lui era solo una “macchina da soldi”. Facendola “produrre” il più possibile attraverso turni con i clienti da non più di dieci minuti. Altrimenti lui e il socio (un 24enne sempre romeno) arrivavano con una scacciacani. Per terrorizzare il cliente. E indurlo ad andarsene.

Di più. Per evitare che la loro nuova gallinella dalle uova d’oro scappasse e rompesse il giocattolo, quando non era sulla strada veniva privata del passaporto e chiusa a chiave in una stanza. Una prigione. Fino alla fuga, sfruttando l’errore dei due arrestati: dimenticarsi di girare la chiave nella toppa, permettendo così alla ventenne di fuggire in strada e chiedere aiuto al primo automobilista di passaggio, che si accorge subito del suo viso pesto. Dell’occhio nero. Insomma, di una donna che certo cercava di uscire dall’incubo.

E’ iniziato quindi il viaggio verso la questura, dove grazie a un mediatore culturale si scopre tutto. Lo stupro, le botte, la pistola. Finché mercoledì pomeriggio, dopo ce la denuncia era stata presentata, il blitz degli agenti della squadra mobile nell’appartamento di Mogliano. All’interno i due sfruttatori (già controllati a novembre sul Terraglio a bordo di una Golf con targa romena, segno che erano qui da tempo), finiti in manette. Con loro c’erano anche altre due ragazze. Oltre a 1.300 euro in contanti, tutto il necessario per prostituirsi e due contenitori in alluminio da inserire nelle borse per evitare i sistemi automatici anti taccheggio, segno che la coppia viveva anche di furti e ricettazione. Entrambi sonoo quindi finiti in manette con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Per il 28enne invece anche l’accusa di violenza sessuale e lesioni aggravate.

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