Legge elettorale, giallo sul testo: non c’è e non si sa chi lo scrive

elezioni22 genn – E’ giallo in commissione Affari costituzionali della Camera sul testo base della riforma elettorale.

Il provvedimento doveva essere depositato oggi alle 14, limite slittato prima alle 15, “perché serviva più tempo per scriverlo”, poi a questa sera al termine dei lavori dell’aula di Montecitorio.
Risultato: il testo base ancora non c’è e i lavori della commissione subiscono un altro stop. Il problema non è solo dove sia il cosiddetto ‘nero su bianco’ della riforma, ma anche e soprattutto chi lo stia scrivendo. Formalmente dovrebbe essere il relatore, in questo caso Francesco Paolo Sisto (Forza Italia), a partorire l’articolato e presentarlo alla commissione, ma da più parti si alzano le voci che “sembra ormai chiaro che il testo venga da ambienti extraparlamentari”.
Le accuse sono partite nel corso proprio dell’ufficio di presidenza della commissione dal presidente di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa, che ha chiesto al presidente e relatore Sisto “di dire nome e cognome dei funzionari che stanno provvedendo alla stesura” ma appare ormai evidente, ha ribadito La Russa uscendo dalla commissione, “che quelle di Sito sono penose bugie e che lui, con tutti gli onori, è solo un passacarte”. Secondo quanto riferito da chi ha partecipato alla seduta della commissione, Sisto avrebbe usato proprio queste parole: “Se non mi viene assicurato che il testo sia presentato entro stasera, sarò costretto a convocare la commissione venerdì, sabato e domenica” per rispettare l’approdo in aula, per il momento ancora fissato al 27 gennaio.
A lavorare al testo sarebbe il Pd, e lo stallo sarebbe legato alla norma ‘salva-Lega’, una clausola che abbasserebbe la soglia di sbarramento del 5% per permettere al Carroccio di entrare in Parlamento alle prossime elezioni. Norma che accontenterebbe l’alleato di sempre di Silvio Berlusconi, con cui Matteo Renzi, proprio sabato scorso, ha stretto l’accordo sulla riforma Italicum.
A mettere i bastoni tra le ruote ai renziani, secondo quanto si apprende, sarebbero i fedelissimi dell’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani, e di Massimo D’Alema. “Non vedo la ragione per cui il Pd dovrebbe dire di sì a una eredità del Porcellum”, ha commentato Francesco Sanna, democratico e componente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio. “Perché – ha aggiunto – dovremmo mettere una clausola per tre regioni visto che la Padania non esiste?”.
Si attende quindi che chi realmente sta lavorando al provvedimento riesca a consegnarlo entro stasera. Sisto però non ci sta a farsi dare del “passacarte” e, parlando con i cronisti ha detto:”Le occhiaie, sono frutto di un lungo lavoro notturno di stesura e ha assicurato che “il testo è sostanzialmente pronto. Ci sono solo due residuali approfondimenti di carattere aritmetico”. (LaPresse)
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