5 nov. – “Mi sento serena”. Ha risposto cosi’ il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri a proposito della vicenda Ligresti e della sua posizione politica. Una risposta lapidaria venuta nel corso del punto stampa a Strasburgo in occasione del confronto in sede di Consiglio d’Europa sul tema carcerario. Il ministro ha evitato di rispondere piu’ dettagliatamente, sostenendo che per rispetto istituzionale lo avrebbe fatto nelle sedi dovute, cioe’ in Parlamento.
E oggi pomeriggio e’ appunto in programma che il ministro riferisca al Senato su quella vicenda. Il suo, ha ggiunto il ministro alludendo alla vicenda che vide coinvolto Silvio Berlusconi, non e’ un ‘caso Ruby’. “Sono due cose diverse” ha risposto a chi le chiedeva se le avesse dato fastidio che la vicenda riguardante Giulia Ligresti fosse stata paragonata all’intervento dell’ex premier per far rilasciare la giovane marocchina. Un'”operazione politica”? “Non sta a me dirlo, ma molti osservatori politici lo hanno detto con molta chiarezza” ha detto la Cancellieri. “Non sono mai venuta meno ai miei compiti per un amico: non lo farei neppure per un fratello”.
“Io confermo – avea gia’ detto ieri – di essere molto amica di Antonino Ligresti, e’ una persona con la quale ho un rapporto di vera amicizia. Il resto possono essere conoscenze piu’ o meno approfondite”. In secondo luogo “vorrei sapere se e’ mai successo qualcosa per cui qualcuno possa dire che io abbia fatto un minimo passo per qualcuno. E’ mai successo qualcosa nella mia vita per cui si possa dire che sono venuta meno ai miei compiti, ai miei doveri per qualche amico? Non lo avrei fatto neppure per un fratello o per una sorella…
Quindi non facciamo caccia alle streghe, guardiamo ai fatti.
Sui fatti voglio essere chiamata, non su supposizioni o fantasie”.
“Chi riceve la mia segnalazione fa quello che e’ possibile fare nel rispetto della legge, perche’ sa benissimo che non farei nulla se non nel rispetto della legge”. Se la politica intende far pesare questa vicenda, ha aggiunto il ministro della Giustizia, “lo faccia pure, ma non lo faccia sulla mia pelle, non lo faccia strumentalizzando me”. (AGI) .