Persi nelle sabbie del Sahara, muoiono di sete oltre 120 immigrati

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AGGIORNAMENTO

Niamey, 30 ott. – Continua la strage di migranti nel deserto del Niger dove oggi sono stati ritrovati altri 87 corpi senza vita vicino al confine con l’Algeria. Si tratta di sette uomini, 32 donne e 48 bambini, hanno riferito fonti di sicurezza, che tentavano di attraversare il deserto per emigrare in Algeria. Qualche giorno fa altri quaranta corpi erano stati ritrovati nel deserto morti intorno alla prima meta’ di ottobre.

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Niamey, 29 ott. – Tragedia dell’immigrazione in Niger. Un gruppo di aspiranti immigrati, nel complesso circa quaranta persone compresi diversi bambini e donne, sono rimasti bloccati in pieno deserto del Sahara in seguito a un guasto del veicolo con cui stavano tentando di arrivare alla frontiera per entrare clandestinamente in Algeria, e da li’ raggiungere l’Europa.
Impossibilitati a proseguire, sono morti tutti di sete: lo ha riferito Rhissa Feltou, sindaco di Agadez, la principale citta’ nel nord del Paese africano. L’eccidio risale a meta’ ottobre. In realta’ il bilancio potrebbe essere anche piu’ elevato, giacche’ molti altri emigranti mancano tuttora all’appello.

Solo diciannove i superstiti che sono stati soccorsi in tempo e condotti ad Arlit, cittadina sorta intorno a due miniere di uranio a cielo aperto, situata a circa 150 chilometri da Agadez e un centinaio a sud del confine algerino. Era da li’ che le vittime erano partite, a bordo di due grossi furgoni: si stima che il gruppo fosse costituito “come minimo” da una sessantina di persone, per lo piu’ interi nuclei familiari.

Quando uno dei veicoli si e’ danneggiato, i passeggeri sono stati fatti scendere anche dal secondo, che ha proseguito vuoto all’apparente ricerca di un centro abitato, dove reperire i pezzi di ricambio necessari e tornare indietro. Si sospetta pero’ che i conducenti fossero veri e propri trafficanti di esseri umani, e che si siano limitati ad abbandonare il loro ‘carico’ senza viveri, dileguandosi e di fatto condannando a morte i malcapitati.

Stando al racconto dei sopravvissuti, questi si sono allora suddivisi in drappelli e si sono dispersi nell’intento di trovare un’oasi. Solo cinque sono pero’ riusciti a raggiungere Arlit e a dare l’allarme: quando soldati nigerini hanno infine raggiunto la zona, per la maggior parte di loro “era ormai troppo tardi”. A rendere ancora piu’ drammatica la vicenda, il fatto che una parte degli emigranti intendessero restare in Algeria, senza procedere oltre, nella speranza di riuscire a campare alla meno peggio vivendo di elemosine.

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