PADOVA, 1 ott – . Un telefonino perso dopo il raid, alcune impronte digitali comuni a entrambi i furti: così è stata incastrata la banda di ladri che ha saccheggiato e devastato il cimitero maggiore di Padova. I carabinieri hanno individuato alcuni tra gli esecutori del colpo che, nell’agosto scorso, ha sconvolto l’intera città. Sono quattro rumeni, tutti giovanissimi. Sono stati fermati a inizio settembre dopo un furto di gasolio in alcuni mezzi parcheggiati in un cantiere di Campodarsego. Con lo sviluppo delle indagini sono risultati essere gli stessi balordi che hanno colpito al camposanto.
Il furto al cimitero Maggiore. Si sono introdotti nel cimitero Maggiore nella notte tra l’8 e il 9 agosto scorso. Dai loculi sono sparite lampade, luci votive e statuette di ogni genere. Nei vialetti del camposanto i segni del passaggio dei predoni: vasi infranti, frammenti di marmo, piante calpestate. La statua della famiglia Bernardinelli, alta quasi due metri, è stata sradicata alla base. A causa del peso eccessivo però l’hanno abbandonata inclinata sulla tomba confinante.
Nessuna esitazione nemmeno di fronte all’elicottero in bronzo realizzato in memoria del tenente colonnello Enzo Venturini, che perse la vita il 7 gennaio 1992 nella tragedia in cui morirono quattro soldati italiani e un francese, abbattuti da un missile serbo durante una missione di pace. Scappando, però, hanno perso un telefono cellulare risultato poi decisivo per lo sviluppo delle indagini. […]
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