Caso kazako, M5S: il governo paghi cauzione per Alma e la figlia

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7 ago – L’Italia paghi la cauzione fissata dalle autorita’ kazake per ottenere il ritorno di Alma Shalabayeva e della figlia Alua. Lo dicono i deputati M5S della commissione Esteri Alessandro Di Battista, Carlo Sibilia e Daniele Del Grosso in una conferenza stampa alla Camera dedicata alla recente missione in Kazakhstan che ha consentito loro di incontrare la donna e la bambina. In attesa del voto sulla commissione d’inchiesta sulla vicenda proposta da M5S, Di Battista ha denunciato che il caso dimostra che “c’e’ il primato dell’economia sulla poltica in virtu’ di accordi, anche privati, che fanno si’ che nel nostro Paese si possano violare i diritti umani”.

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Di Battista cita i rapporti con le autorita’ kazake avuti “non solo da Berlusconi ma anche da Prodi, Monti” e, fra gli ex leader stranieri, Tony Blair. Nel mirino, anche la strategia energetica del nostro Paese e gli interessi dell’Eni nel Paese ex sovietico. Per i parlamentari M5S “il governo kazako considera la questione un po’ una patata bollente e secondo il loro ministro degli Esteri le due possono tornare in Italia, a patto che Alma si impegni a tornare se lo richiedessero esigenze investigative. Al momento -spiegano- e’ stata fissata pero’ una cauzione il cui ammontare non e’ stato specificato, se non nel senso che ‘rientra negli standard internazionali’. Ma riteniamo che l’Italia dovrebbe pagarla”.

A giudicare dalle risposte avute dal ministro degli Esteri di Astana, inoltre, “a loro -dice Sibilia- non risulta che vi siano state pressioni dell’ambasciatore kazako sul governo italiano per ottenere l’espatrio” delle due persone ma “ha fatto tutto il governo italiano”. Per Di Battista, comunque, “l’errore e’ tutto del governo italiano che ha reso possibile questa ‘extraordinary rendition’ e sarebbe giusto che si proponesse di pagare la cauzione”. Del Grosso ha sottolineato che la missione “ce la siamo pagata noi, anche se ritenevamo che dovesse essere un’iniziativa dell’intera commissione Esteri. Ma il presidente Cicchitto non l’ha autorizzata e allora siamo andati in agenzia e ci siamo comprati i biglietti…”.

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