Il bue condannato per omicidio colposo plurimo dice cornuto all’asino condannato per frode fiscale.

Beppe_Grillo-e1346315633785“Nessuno si azzardi a modificare la Giustizia insieme al partito capeggiato da un delinquente”.

Lo ha detto il fustigatore dei pregiudicati  che fu condannato per aver provocato un incidente nel quale persero la vita due
suoi amici e un bimbo. 
Inoltre, si salvò da un abuso edilizio con i condoni che adesso critica.

Lo ha detto il vecchio giullare della nuova politica italiana, colui che egli stesso condannato in via definitiva per omicidio colposo plurimo, vuole escludere dal Parlamento italiano i condannati in via definitiva o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale.

Insomma, “il bue che dice cornuto all’asino”, ma si sa, se c’è una cosa che a Grillo riesce particolarmente, è sicuramente predicare bene e razzolare male.

Per non dimenticare, nel rispetto delle vittime e soprattutto della figlia che lo scemo del villaggio partitocratico non ha mai degnato neanche di un incontro, nel 1988 la Corte suprema di cassazione lo condannò in via definitiva PER OMICIDIO COLPOSO PLURIMO – un reato appena appena più grave della FRODE FISCALE – a un anno e tre mesi di carcere, poiché giudicato responsabile della morte di due coniugi genovesi, Renzo Giberti (45 anni) e Rossana Guastapelle (33 anni), e del loro bambino Francesco, di 9 anni a seguito di un incidente stradale nei pressi di Limone Piemonte da lui causato il 7 dicembre 1981.