Giornale del Vaticano: lasciar cadere “miss Italia” nell’oblio

osserv16 lug – “Parlare male del concorso di Miss Italia, oggi, e’ come sparare sulla Croce Rossa. Se bene ha fatto Annamaria Tarantola a cancellarlo dal palinsesto della Rai, ritenendolo non idoneo al servizio pubblico, dobbiamo anche ricordare che negli ultimi anni gli ascolti erano crollati: di ragazze in costumi da bagno, ormai, ne vediamo a tutte le ore e su tutti i canali”.

E’ quanto si legge in un articolo, a firma di Lucetta Scarraffia, sull’Osservatore Romano, in cui si invita “piu’ che criticare Miss Italia, e’ giusto lasciarla cadere nell’oblio che oggi merita, e magari invece denunciare altre forme di manipolazione dell’immagine femminile, come il pesante ricorso alla chirurgia estetica anche da parte di giovanissime che rincorrono una perfezione non umana pensando cosi’ di ‘realizzarsi’ in qualche modo”.

“Oggi al concorso – scrive Scaraffia – si presentano ragazze piu’ o meno pesantemente ritoccate dalla chirurgia estetica, gia’ da anni in cerca di un quarto d’ora di celebrita’, che talvolta sventolano improbabili lauree o interessi culturali assolutamente inutili quanto improbabili. E il loro avvenire, anche in caso di vittoria, non e’ certo roseo: le aspettano una serie di comparsate pubblicitarie per un anno, e poi l’obli’o, a meno che non riescano a riciclarsi come veline. Le ragazze piu’ sveglie, e altrettanto belle, cercano di farsi strada per altre vie, essendo quella ormai chiaramente poco fruttuosa.

Ma il concorso di Miss Italia non e’ sempre stato questo povero carrozzone: negli anni del dopoguerra, e’ stato un’occasione per molte ragazze, dalla bellezza rigorosamente naturale, quindi deliziosamente imperfetta, di origini umili e vestite senza tante pretese — gli sponsor non erano ancora in auge — di farsi conoscere e spesso iniziare carriere importanti, o almeno fare un buon matrimonio. Il cinema italiano era agli inizi, i registi alla ricerca di attrici, e di li’ sono nate le star italiane piu’ celebri ancora oggi: basti citare, per fare solo qualche nome, Sofia Loren e Lucia Bose’. Nessuna di loro vantava interessi culturali, se mai qualche ricetta di cucina imparata dalla mamma”. “Di fidanzati neppure l’ombra, perche’ dovevano diventare le fidanzate d’Italia’. Prosperose in un momento in cui gran parte del Paese faceva ancora la fame – conclude l’articolo – promettevano un futuro migliore per tutti, con il loro sorriso e la loro raggiante speranza”.

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