Datagate: Obama non esclude misure drastiche contro la Russia

26 giu. – Sul caso Snowden, Usa e Russia sono in contatto a livello di autorita’ di polizia e di ministeri, ma Washington sta valutando “diverse opzioni” per rispondere a un eventuale prolungato rifiuto di Mosca a consegnare la talpa del programma di sorveglianza segreto dell’Nsa americana. Lo ha riferito una fonte del Dipartimento di Stato Usa, citata dal quotidiano russo Kommersant.

La fonte Usa ha spiegato che in questi giorni il capo uscente dell’Fbi, Robert Muller, ha chiamato almeno due volte il direttore dei servizi russi dell’Fsb, Aleksander Bortnikov, e il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov e’ in costante contatto con il vicesegretario di Stato, William Burns, e l’ambasciatore Usa a Mosca, Michael MacFaul. Secondo quanto riferisce Kommersant da New York, gli Usa giudicano gia’ un “segno positivo” il fatto che Snowden non si sia imbarcato da Mosca sul volo che lunedi’ doveva portarlo a L’Avana, scalo per poi presumibilmente approdare a Quito, da rifugiato politico. Ma sono, comunque, pronti a misure piu’ “drastiche”, avverte la fonte del quotidiano russo: l’amministrazione Obama sta valutando infatti “diverse opzioni di risposta”, in caso Mosca continui a ignorare le sue richieste. “La Russia chiede piuttosto spesso aiuto agli Stati Uniti”, ha aggiunto la fonte, “ed e’ interessata alla collaborazione in diversi campi.
Speriamo se lo ricordi”.

Martedi’ il segretario di Stato John Kerry ha sottolineato che negli ultimi due anni sono stati consegnati alla Federazione sette cittadini russi, condannati per diversi reati, e che ora Washington “ha diritto di aspettarsi reciprocita’”. Secondo Ariel Cohen, dell’Heritage Foundation, la Casa Bianca potrebbe decidere di ampliare la cosiddetta “Lista Magnitsky” – che gia’ prevede restrizioni per una serie di funzionari russi, implicati in casi di violazione dei diritti umani – o rallentare la collaborazione delle major petrolifere statunitensi che collaborano con i russi nell’Artico. Ma per la Russia i sette ricercati non valgono quanto Vicktor Bout, il mega trafficante di armi, arrestato in Thailandia dagli americani, i quali da anni rifiutano di consegnarlo a Mosca. “Il Cremlino vuole Bout, quanto la Casa Bianca Snowden”, scrive The New Republic. E secondo alcuni analisti, probabilmente si sta trattando anche su questo.

Per Dmitri Trenin – direttore del Carnegie Center, Snowden potrebbe rimanere a lungo in Russia, Paese che sembra aspirare sempre piu’ alla condizione di “offshore politico” per gli agenti dei servizi segreti in fuga e per tutti quelli che hanno problemi con le autorita’ occidentali (vedi caso Depardieu).
“E’ l’unico Paese al mondo in questo momento che puo’ permetterselo, o pensa di poterselo permettere”, ha spiegato l’analista.
Per altri commentatori russi, come Anton Orekh, che ha un blog sul sito della radio Eco di Mosca, il Cremlino sta mettendo i bastoni tra le ruote agli Usa “per il semplice gusto di litigare”, senza un vero tornaconto “ne’ politico, ne’ pratico”. Atteggiamento che, a detta di molti, e’ completamente in linea con la mentalita’ dei servizi segreti russi. Andrew Rykvin del Guardian ha messo in evidenza un aspetto psicologico della vicenda legato al complesso di superpotenza sconfitta, che affligge Mosca dalla fine della Guerra Fredda.

“Un desiderio, quasi adolescenziale, di rispetto” sostiene Ryvkin, esperto di Russia. Non e’ la prima volta che il Cremlino si presenta sulla scena internazionale come paladino delle vittime delle ingiustizie americane. The New Republic ricorda la storia di una delle icone della propaganda sovietica degli anni ’70, Angela Davis. La femminista radicale incarcerata per alcuni mesi negli Usa e per la cui liberazione si mobilito’ il partito comunista. (AGI) ì .

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