Cassazione: reato di immigrazione clandestina non contrario a Costituzione e direttive UE

clandest8 giu –  Ecco, finalmente una pronuncia che chiarisce definitivamente (o quasi) che il reato di ingresso e permanenza illegale sul territorio italiano è conforme alla nostra Costituzione e non contrasta con la Direttiva UE 115/2008.

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 24877/13 ha confermato la pronuncia di secondo grado che ha inflitto la pena pecuniaria di 5000,00 euro a un extracomunitario che, in violazione dell’art. 10bis del D.Lgs. n. 286/1998, dimorò in territorio italiano senza essere provvisto di permesso di soggiorno.

Cosa alquanto rara, contro la pronuncia di secondo grado vi fu l’impugnazione del Procuratore Generale, il quale argomentò contro la sentenza d’appello, affermando che la norma in questione contrastava con la nostra Costituzione e le norme europee. Conseguentemente doveva essere esclusa la penale responsabilità dell’imputato.

I giudici di legittimità però non hanno condiviso questa impostazione e, confermando la sentenza di condanna, hanno enunciato chiaramente il principio secondo il quale, la norma che prevede il reato di immigrazione clandestina “non punisce una condizione sociale” (la condizione di straniero), ma una precisa condotta penalmente rilevante: l’essere, lo straniero, penetrato nel territorio nazionale illegalmente, e cioè in violazione delle norme che regolano i flussi migratori, che lo Stato italiano è legittimato a controllare.

Ogni ulteriore commento, a questo punto, mi pare davvero superfluo.

criticalibera