Evasione fiscale, il Pm chiede 2 anni e 6 mesi di carcere per Dolce e Gabbana

deg29 mag. – Il pm di Milano Gaetano Ruta ha chiesto la condanna a due anni e sei mesi di carcere per Domenico Dolce e Stefano Gabbana, accusati di reati fiscali.
Secondo il rappresentante della pubblica accusa, i due stilisti “sono i soggetti che hanno maggiormente beneficiato” dell’operazione al centro del processo che avrebbe consentito una maxi-evasione fiscale. Dolce e Gabbana “furono beneficiari dell’operazione di esterovestizione attraverso la Gado, societa’ lussemburghese, che in Lussemburgo aveva solo un piccolo ufficio in un palazzo, non c’era nessuna struttura perche’ l’attivita’ vera era tutta in Italia” e da questa operazione i due stilisti ricavarono “un indubbio vantaggio”, ha spiegato il magistrato durante la requisitoria

La richiesta di condanna del pm Gaetano Ruta riguarda il solo reato di omessa dichiarazione dei redditi, in quanto il reato di dichiarazione infedele, secondo la procura di Milano va dichiarato estinto per intervenuta prescrizione. Nel processo davanti al giudice monocratico della seconda sezione penale del tribunale di Milano, oltre ai due stilisti sono imputate anche altre cinque persone a cui viene contestato il reato di omessa dichiarazione dei redditi. Sono amministratori di societa’ del gruppo di moda: Alfonso Dolce, per cui la procura ha chiesto una condanna a 2 anni, Cristiana Ruella (richiesta di 2 anni e 6 mesi), Giuseppe Minoni (richiesta di 2 anni), del commercialista Luciano Patelli (richiesta di condanna a 3 anni) e di Antoine Noella, considerata dalla procura una prestanome, per la quale e’ stata chiesta l’assoluzione. Nel corso della requisitoria, il pm ha invitato i giudici “a uniformarsi al principio della Cassazione che aveva annullato l’assoluzione disposta dal gup spiegando che in alcuni casi l’elusione fiscale e’ penalmente rilevante”.

Secondo il magistrato, “c’e’ stata la tendenza in questo processo a tenere i due imputati un po’ fuori dalla porta perche’ molti testimoni dicevano che non si occupavano di queste cose, sono dei creativi, ma Dolce e Gabbana sono i soggetti che indirettamente hanno beneficiato di piu’ di questa operazione dal momento che la Gado e’ controllata all’80% dalla D&G srl”.

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