Manette intimidatorie

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16 mar – di Davide Giacalone – Se a nessuno passa un brivido per la schiena è segno che la barbarie ha preso il sopravvento sul diritto. Se si guarda a Sergio De Gregorio solo come al parlamentare in vendita, a Nicola Cosentino come al campano accusato di camorra che neanche i suoi hanno più voluto in lista e ad Alberto Tedesco come al tangentaro che dimostra il coinvolgimento della sinistra nel malaffare politico-amministrativo, se per ciascuno si fa prevalere il giudizio sulla persona (sconosciuta, ma così descritta dai media) piuttosto che l’osservanza della legge, se la tifoseria contrapposta fa premio sullo studiare e ragionare, allora è segno che la nostra civiltà è scivolata in un baratro.

Toccherebbe alla destra sollevarsi per la libertà di Tedesco. Alla sinistra manifestare per quella di Cosentino. E a chi ha subito danni da De Gregorio, cioè tutti, affermare che proprio perché inguardabile sarebbe da felloni non difenderne i diritti. Le voce degli uomini liberi e ragionanti dovrebbe alzarsi non per conquistare a loro tre l’impunità, ma per affermare il valore del diritto, che comprende, ovviamente, la punibilità dei colpevoli. Vale per loro e vale per tutti.

Che razza di esigenze cautelari esistono in capo a persone da mesi, da anni, avvertite del probabile arresto? Se fossero voluti scappare già non sarebbero più qui. Se avessero potuto e voluto inquinare le prove, già lo avrebbero fatto. Se avessero voluto reiterare il reato (il che, comunque, è ragione valida per l’arresto solo nei casi di pericolosità sociale, modello pedofili o violenti, non certo per questo genere di reati) ora è proprio la volta che non possono più.

E allora, perché li si arresta? Solo per dimostrare che c’è un potere, quello dei magistrati, che incontra ostacolo esclusivamente nelle guarentigie parlamentari, mentre se supera quelle, o quelle decadono, non ha più argini. In due casi su tre il Parlamento rifiutò la privazione della libertà. Sicché l’arresto di oggi ha senso solo in quanto schiaffo al Parlamento, ammonizione per il futuro e intimidazione per il presente. Quegli arresti sono la dimostrazione che è cresciuto un potere tendenzialmente golpistico, che già ha agito arrecando grave danno alla Costituzione. Per questo dico che una classe politica incapace di reagire a tale minaccia, che è minaccia avverso le istituzioni, è già finita, e già immeritevole di quale che sia rispetto.

Mi si risponderà che è una difesa dei corrotti e dei criminali, fatta solo perché sono persone importanti, amici dei padroni cui si suppone noi si risponda. E’ tipico dei servi non riuscire ad immaginare che esistano uomini senza padrone. Li compatisco. Ma è vero l’esatto contrario: se il potere di sequestrare la libertà altrui, in barba a quel che stabiliscono le leggi e solo grazie alla copertura dei colleghi, a loro volta dipendenti dall’influenza dei magistrati più noti, quindi più capaci d’intervenire sulle correnti del Consiglio superiore della magistratura, quindi più capaci di determinare la carriera di quelli che oggi s’inginocchiano a essere loro complici, se quel potere dilaga a farne le spese non saranno Cosentino, De Gregorio e Tedesco, ma tanti poveri disgraziati.

Se si può sostenere che Angelo Rizzoli debba andare in carcere nonostante sia malato di Sla, e ci debba andare non a scontare una pena, ma ad assistere alle indagini, poi ci andrà il commerciante che si suppone abbia truffato, il professionista che si sospetta abbia falsificato i conti, il padre che si suppone abbia violentato qualcuno. Già ci vanno. E già oggi vengono in gran parte assolti, perché le accuse erano farlocche. E’ a difesa di tutti che si deve vigilare acché il diritto non sia violato per nessuno.

Il nostro è un Paese incivile, nel quale si finisce in galera da innocenti e si esce da condannati. In cui un sistema dell’informazione colmo di buzzurri emette condanna definitiva il giorno dell’accusa e si dimentica di pubblicare la notizia dell’assoluzione. In cui si crede che la prescrizione intacchi comunque l’onorabilità delle persone. In cui un esercito d’energumeni pretende d’affermare la prevalenza della sostanza sulla forma, laddove il diritto senza forma ha una sola sostanza: il dispotismo, la dittatura.

Ho atteso tutta la giornata di ieri, sperando che oltre all’impotenza delle schede bianche la politica partorisse un sussulto di dignità e consapevolezza. Niente. Hanno paura, temono che dire mezza parola li esponga al rischio di fare la stessa fine o, comunque, temono che sollevando un problema sugli ex colleghi arrestati la loro immagine (ma quale? sono incogniti anche alle loro famiglie!) sia associata a quelli che già sono considerati colpevoli. Tale paura è la loro colpa. E dire che la storia avrebbe dovuto insegnare. Ma certo, per imparare, si deve anche studiare, pensare, soffrire. Non è roba per troppi di loro.

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