Nessuna aggressione, romena si accoltellò per abortire

coltello76 mar. – Riferi’ di essere stata accoltellata da altri, con ferite multiple al torace e all’addome che avevano anche causato la morte del feto di 7 mesi che aveva in grembo. Ma i carabinieri del Nucleo Operativo di Macerata, a chiusura della prima fase di indagini sull’episodio, durate 3 mesi, l’hanno denunciata all’Autorita’ giudiziaria per aborto auto procurato, simulazione di reato e reato continuato.

Protagonista della vicenda una giovane rumena di 26 anni – nubile, incensurata, figurante in un night – che il 17 novembre scorso , dalla sua abitazione di Borgo di Piediripa, aveva chiamato disperata il 112 per chiedere aiuto.
Soccorsa dai carabinieri e dal personale del 118 – mentre si trovava esanime davanti ad una chiesa della zona, la ragazza era stata ricoverata d’urgenza all’Ospedale di Macerata dove si scopriva che era incinta, e nel corso di un successivo intervento chirurgico si accertava che uno dei colpo subiti aveva comportato una ferita mortale al capo del piccolo feto di 7 mesi. La ragazza veniva stabilizzata in prognosi riservata, per poi essere dimessa dopo un lungo ricovero.

Avviate le indagini sull’episodio, i militari dell’Arma vagliavano le posizioni di numerose persone, per ricostruire la dinamica dei fatti. Ma al termine delle operazioni di verifica e analisi, individuavano “indizi di reita’” nei confronti della stesa giovane rumena, sia in esito agli accertamenti tecnici operati sul posto (“non vi sono tracce di un’altra persona sulla scena del crimine, ne’ segni di effrazione”, sostengono i carabinieri di Macerata) ed al recupero di una forbice quale “presunta arma del delitto”, sia in relazione “ai rilevi tecnici biologici e ai risultati degli esami medico legali.”

Le indagini sull’episodio del 17 novembre 2012 – negli ambienti dei nightclub dove la donna lavorava , in quelli delle sue amicizie e del suo passato in Romania ” – finalizzati a chiarire ” se non vi sia stato nell’efferato fatto di sangue l’indiretto coinvolgimento di qualcun’altro”, proseguono. agi

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