Pakistan: uomo bruciato vivo perché avrebbe profanato il Corano

22 dic. – In Pakistan un uomo e’ stato ucciso da una folla inferocita perche’ accusato di aver profanato una copia del Corano. Gli e’ stata cosi’ inflitta la pena prevista dalla legge del taglione: poiche’ avrebbe bruciato il sacro testo islamico, e’ stato arso vivo.

La vittima era in viaggio nella provincia meridionale del Sindh, e si era fermato nel villaggio di Seeta per la notte, dormendo nella locale moschea. Al mattino l’imam che gli aveva dato ospitalita’, tale Maulvi Memon, ha trovato all’interno del tempio i resti inceneriti di un esemplare del Corano. “Nella moschea era da solo, e dunque non c’era nessun altro che potesse aver fatto una cosa cosi’ terribile”, ha affermato a posteriori il religioso, che ha allertato gli altri abitanti.

Costoro hanno aggredito lo straniero, lo hanno picchiato e infine lo hanno consegnato alla polizia. Non ancora soddisfatti, pero’, qualche ora dopo circa duecento facinorosi sono tornati, hanno fatto irruzione nel commissariato, hanno trascinato all’esterno il malcapitato e infine gli hanno dato fuoco. Sono una trentina le persone arrestate in relazione all’omicidio, e sette gli agenti posti in custodia per negligenza: non avevano mosso un dito per salvare il disgraziato. agi

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