Cassano: “Froci in Nazionale? Spero di no”. Gay in rivolta: escluderlo dai prossimi incontri

13 giu – Un “disonore nazionale”, l’ennesima “cassanata”, “Cassano shock”: associazioni e movimenti gay hanno scatenato un fuoco di fila dopo le parole di Antonio Cassano, giocatore della Nazionale impegnato negli Europei, che oggi in conferenza stampa ha fatto uno scivolone diplomatico, malgrado l’avvertimento del ct Prandelli, dicendo: “Froci in nazionale? Sono problemi loro ma spero di no. Mi auguro che non ci siano, in Nazionale. Ma sono questioni loro”.

Il circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, ricordando che proprio pochi giorni fa il ct dell’Italia aveva mostrato “ben altre aperture nei confronti dei giocatori omosessuali e fissato per la sua squadra precise norme etiche di rispetto verso tutti”, chiede allo stesso Prandelli di “escludere il calciatore omofobo dai prossimi incontri: chi manifesta odio verso gli altri non può rappresentarci degnamente in Nazionale”.

Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, parla di un Cassano che “dice ‘cassanate’ sui gay mostrando arroganza e irresponsabilità. Unire sport e omofobia dà un messaggio pericoloso soprattutto verso i più giovani. Cassano – prosegue – mostra di non avere rispetto non solo sportivo ma umano verso i tanti che lo seguono considerandolo un campione. Meriterebbe quanto meno un’ammonizione se non un’espulsione dagli Europei. Ci conforta che invece il ct Cesare Prandelli la pensa diversamente”. Proprio il calcio sarà il tema della prossima campagna di comunicazione per Gay Help Line 800.713.713, la linea di aiuto e supporto contro l’omofobia.

Anche Arcigay spara contro Cassano, le cui parole “sono la puntuale conferma di uno stereotipo vecchio e noioso che vuole i calciatori necessariamente omofobi, machisti e superficiali. Cassano purtroppo – spiega il presidente Paolo Patanè – ha scelto di continuare a rappresentarlo. Sappiamo che dal calcio, e dallo sport in generale, possiamo e dobbiamo aspettarci molto di più e chiediamo a Cassano – dice Patanè di fare una scelta di coraggio civile e di diventare testimone della lotta all’omofobia e al razzismo nel mondo del calcio”. Per questo Arcigay invita il presidente della Lega calcio Maurizio Berretta alla cerimonia di affissione di una targa per Daniel Zamudio, un 24 enne cileno ucciso brutalmente proprio a causa dell’omofobia, prevista per domani alle 12 nella sede di rappresentanza di Arcigay a Roma in via di San Giovanni in Laterano.

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